La nota dei sindacati dalla Perugina arriva dopo il comunicato da parte del Capo Mercato Nestlè Leo Wencel, con il quale si afferma che “alla fine della CIGS per 340 lavoratori non ci sarà più un futuro certo in Perugina“, lanciato solo poche ore dopo l’incontro in Confindustria. Per questo, le Rsu dichiarano, “seppur tra mille difficoltà, lo stato di agitazione”.
“Con questa dichiarazione – continuano le Rsu – ancora una volta Nestlè straccia completamente l’accordo firmato un anno fa che ricordiamo a tutti aveva la finalità di riassorbire gli esuberi e di gestire eventuali situazioni di criticità senza impatti sociali. Quello che invece emerge è la visione da parte di Nestlè di voler fare della Perugina una fabbrichetta da sottoscala. Bene, sappiate una cosa: non si può fare. Il che non significa che tutto va bene e che non dovremo trovare soluzioni che prevedano anche sacrifici, ma tutto dovrà essere volto verso il rilancio produttivo e occupazionale della fabbrica, che non potrà mai essere ridimensionata come dice oggi la Nestlè. La Perugina che abbiamo in mente noi è una fabbrica nuova, che sia competitiva e capace di attrarre nuovi volumi e produzioni, ed è con questo spirito che abbiamo firmato accordi che prevedono anche sacrifici economici. Ora però cara Nestlè è davvero ora che fai la tua parte. Basta con le provocazioni e gli scatti in avanti privi di senso, a Perugia serve il lavoro e questo lo devi trovare tu. La responsabilità sociale di una multinazionale nei riguardi di un territorio è anche questa. Ribadiamo che il 14 giugno ci saranno le assemblee generali e comunichiamo che il giorno successivo è stato convocato il tavolo istituzionale presso la Regione dell’Umbria. Da quel tavolo ci attendiamo risposte degne della storia della nostra fabbrica”.
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