Categorie: Economia & Lavoro Perugia

Perugina: la risposta degli operai a Nestlè, “lo sciopero blocca la fabbrica”. Anche Boccali a San Sisto

Ale. Chi.

Due ore di sciopero a fine turno ed un presidio davanti ai cancelli della fabbrica: è questa la risposta degli operai della fabbrica Perugina di San Sistodi fronte alla proposta della Nestlè di un patto generazionale con i dipendenti. Si parlava infatti di ridurre le ore settimanali lavorative da 40 a 30 per far assumere in fabbrica i figli dei dipendenti.

Secondo le sigle sindacali, l'adesione allo sciopero è stata totale, tanto che avrebbero incrociato le braccia il 90% dei dipendenti, esclusi i dirigenti e i quadri. “Un blocco totale della produzione” dunque: nel pomeriggio sono previste altre due ore di sciopero-

Il documento Cgil, Cisl e Uil – “Adesione totale allo sciopero proclamato da Rsu e sindacati alla Perugina. Le lavoratrici e i lavoratori della fabbrica di proprietà della multinazionale Nestlè hanno incrociato oggi le braccia per due ore, prima nel turno di notte, poi in quello mattutino, dalle 10.00 alle 12.00. Nel pomeriggio sono previste le ultime due ore di sciopero.
Durante la protesta di questa mattina, lavoratrici e lavoratori hanno anche dato vita ad un corteo lungo le strade di San Sisto e poi ad un presidio ai cancelli della fabbrica, nel quale Rsu e sindacati hanno spiegato le ragioni della protesta dei lavoratori”.
“La straordinaria partecipazione allo sciopero e alla manifestazione di oggi – ha detto Michele Greco, coordinatore della Rsu – ci dà la forza per andare a discutere con Nestlè delle questioni che stanno veramente a cuore alle lavoratrici e ai lavoratori. Questioni come quella del rafforzamento del centro decisionale su Perugia, che deve diventare il vero riferimento della divisione dolciaria in Italia. E poi – ha aggiunto Greco – di crescita, investimenti e volumi, gli unici fattori realmente in grado di offrire prospettive di stabilizzazione e buona occupazione”.
“Siamo qui per ribadire a Nestlè che le lavoratrici e i lavoratori della Perugina sono compatti nel respingere provocazioni e attacchi ai diritti da parte della multinazionale – hanno aggiunto i rappresentanti di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, Sara Palazzoli, Angelo Manzotti e Daniele Marcaccioli – vogliamo che la multinazionale torni al tavolo con proposte serie e di prospettiva, mettendo da parte le provocazioni mediatiche. La vera questione che ci sta a cuore è il rilancio di San Sisto, che si fa portando a Perugia volumi e produzioni contro-stagionali, che permettano di lavorare tutto l'anno e dare così prospettive occupazionali serie alle lavoratrici e ai lavoratori e soprattutto alla nuove generazioni”.

Soddisfazione da Bravi – “La risposta delle lavoratrici e dei lavoratori è stata netta e chiara: no allo scambio tra diritti e condizioni di lavoro e a un fantomatico quanto inesistente patto tra padri e figli”. A dichiararlo il segretario regionale della Cgil Umbria Mario Bravi. “La multinazionale Nestlè – continua il segretario – non può pensare di passare dalla flessibilità contrattata alla flessibilità selvaggia.
Le condizioni della nostra regione costituiscono una ragione in più per indurre la multinazionale a discutere di investimenti, espansione dei volumi produttivi e innovazione di prodotto. Tutto il resto è inaccettabile. Per questo la manifestazione di oggi ha parlato alla città di Perugia ma anche a tutta la regione dell’Umbria” ha poi concluso Bravi.

Boccali in fabbrica – Anche il sindaco Boccali si è recato questa mattina al presidio dei lavoratori e dei rappresentanti sindacali della Perugina. Per il sindaco “è importante prima di tutto che si svolga una corretta interlocuzione tra azienda e rappresentanti dei lavoratori, nel rispetto della migliore tradizione delle relazioni sindacali. La Perugina di San Sisto ha una lunga consuetudine in questo senso. Introdurre forzature non conviene a nessuno, come non servono, soprattutto oggi, posizioni preconcette e chiuse al confronto”.

“Il punto centrale – aggiunge Boccali – è che la Nestlè continui ad investire in uno stabilimento che per storia, qualità di prodotto, efficienza, rappresenta un punto di eccellenza del gruppo. All' interno di questo argomento sta in tutta la sua complessità il tema del lavoro e della qualità del lavoro, a partire dai diritti, dalla stabilità, dallo sviluppo, dalla sicurezza. Penso che lo scenario in cui siamo scivolati nostro malgrado in Italia imponga a tutti grande senso di responsabilità, assieme alla disponibilità a cercare soluzioni innovative non solo per oggi ma anche per domani. Soluzioni che però non vadano a colpire ulteriormente i lavoratori e non creino problemi alle loro famiglie, perché negli ultimi mesi di queste “soluzioni” ne abbiamo viste anche troppe”.

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