Mercoledì 28 marzo, la segreteria della Flai dell'Umbria, insieme ai delegati Cgil della Perugina e al patronato Inca, ha incontrato un gruppo di lavoratori “esodati”, circa una trentina, della fabbrica di San Sisto, ovvero lavoratori che erano usciti con le ultime due mobilità e che oggi si trovano senza ammortizzatori sociali, senza pensione e senza possibilità di reimpiego, vista l'età avanzata. In alcuni casi per questi lavoratori il periodo scoperto, determinato dalla “scellerata” riforma pensionistica del Governo Monti e del ministro Fornero, arriva fino a 4 anni. “E' evidente – dichiara Sara Palazzoli, segretaria generale della Flai Cgil dell'Umbria – che queste lavoratrici e questi lavoratori non posso essere lasciati alla mercé di chi dal 'palazzo' decide senza avere idea delle conseguenze che si determinano sulle vite delle persone. Ed è chiaro – prosegue Palazzoli – che questo gruppo di trenta lavoratrici e lavoratori rappresenta solo una minima parte, anche se significativa, di una realtà che, anche nella nostra regione, ha numeri impressionanti”.
La Flai Cgil, insieme all'Inca, il patronato della Cgil, ha così pensato di organizzare questa iniziativa per cercare di dare il massimo supporto a queste persone che si sentono in questo momento nell'incertezza più totale. Dopo questo primo contatto, sindacato e patronato hanno fissato un calendario di incontri a gruppi ristretti, per entrare nel dettaglio delle situazione di ciascun lavoratore.
Va detto però, che, per una parte di questi “esodati”, quelli usciti con l'ultima mobilità del 2010, c'è un accordo siglato dal sindacato con Nestlè che prevedeva – in riferimento alla riforma Sacconi – una copertura da parte dell'azienda per i periodi di vuoto retributivo. “Ora però – spiega Michele Greco, coordinatore della Rsu Perugina di San Sisto – con il nuovo intervento del Governo Monti, si creano ulteriori difficoltà anche per questi esodati, visto che i periodi di scoperto si allungano notevolmente. E poi – prosegue – per chi è andato in mobilità nel 2008 la situazione è ancora più pesante, perché non c'è un accordo scritto e, nonostante l'azienda abbia già fatto capire di volersene far carico, non sappiamo ancora quale soluzione potrà essere trovata. Ad oggi, insomma, si naviga a vista e per queste persone non c'è alcuna certezza. Ma non è tutto – conclude Greco – perché è ovvio che queste mobilità, davano spazi e margini per l'assunzione e la stabilizzazione di giovani stagionali della Perugina, percorso che oggi rischia di essere bruscamente interrotto a causa degli effetti della riforma pensionistica. Alla faccia di una riforma fatta per i giovani”.
Per queste ragioni la Flai Cgil invita Nestlè, così come le altre aziende che si trovano a dover fronteggiare situazioni analoghe, a farsi sentire in Confindustria e presso il Governo per chiedere che questa situazione assurda venga chiarita e risolta al più presto. “Noi faremo la nostra parte il 13 aprile con la manifestazione unitaria convocata a Roma”, conclude Sara Palazzoli.