“Lo scorso 23 maggio, presso la sede di Confindustria, i sindacati e il management Nestlé hanno siglato l’intesa legata alla gestione degli esuberi dello stabilimento di San Sisto. L’accordo prevedeva che per ognuno dei 364 esuberi dichiarati fosse trovata una soluzione concordata con l’azienda: 146 le persone incentivate all’esodo, 35 i prepensionamenti, 10 i ricollocati nel gruppo Nestlé al di fuori di San Sisto e 172 a Perugia, con contratto part-time semestrale a tempo indeterminato. Mentre nella lettera di ‘procedura di riduzione di personale’ del 18 maggio, inviata tramite Confindustria Umbria, Nestlé comunicava la necessità di dover procedere al ‘ricollocamento’ di 180 lavoratori dell’unità di Perugia, i quali risultavano strutturalmente in esubero in seguito all’accordo del 7 aprile 2016. Molti dipendenti sono stati chiamati ad accettare le dure condizioni di una risoluzione ‘consensuale’ del rapporto di lavoro, seppur con un incentivo all’esodo ‘volontario’, nonostante nell’accordo del 23 maggio tra Nestlé e le Rsu sia stato previsto anche il ricorso alla cosiddetta isopensione, di cui però si è persa traccia”.
Perugina, firmato l’accordo | Nestlè “Soluzione per tutti i 364 lavoratori in esubero”
È quanto afferma la deputata 5 Stelle, Tiziana Ciprini, che proprio su questo tema ha presentato un’interrogazione al ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, poiché “la vicenda Perugina ha dell’incredibile. Nel 2016 la multinazionale ha annunciato un piano industriale con un investimento di 60 milioni di euro in tecnologia e robotizzazione, che conteneva al tempo stesso una ristrutturazione con l’obbligo di ricollocazione solo per il 70 per cento degli 819 addetti alla produzione. Il messaggio – prosegue Ciprini – era chiarissimo: tagli in vista con l’industria 4.0 che avanza. Ma i sindacati territoriali e nazionali, alla notizia dei 60 milioni, hanno firmato di corsa l’accordo, che non fu nemmeno sottoposto all’approvazione referendaria da parte dei lavoratori. Il maggior sconcerto per i dipendenti è stato prendere coscienza della ‘sottovalutazione’ della gravità di quanto stava accadendo da parte di coloro che hanno gestito la vertenza e della ‘distanza’ di parte delle istituzioni, anche locali e regionali, che hanno sminuito il piano industriale ed ignorato lo smantellamento di interi reparti produttivi, come quello della caramella Rossana. A nulla è valso l’interessamento da parte del M5S, di cui mi sono fatta portavoce presso il Mise, della proposta di un gruppo di ex dipendenti per l’avvio di una cooperativa per riassorbire gli esuberi e riprendere la produzione. A tale proposito – incalza Ciprini – chiediamo al Governo quali iniziative urgenti intenda adottare, finalizzate al ricollocamento dei lavoratori interessati, anche con la collaborazione della neoistituita Agenzia regionale per le politiche attive della Regione Umbria, e se intenda verificare quanti lavoratori abbiano realmente usufruito della cosiddetta isopensione, come previsto nell’accordo del 23 maggio 2018. È necessario – conclude Ciprini – che il Governo, di concerto con la Regione Umbria e gli enti locali, intervenga quanto prima per definire la ‘gestione’ dei dipendenti in esubero, al fine di assicurare loro percorsi di riqualificazione e misure adeguate finalizzate ad un tempestivo ricollocamento nel mondo del lavoro”.