Perugia

Perugina, per Cgil “situazione grave” | Il piano non basta, tornano gli esuberi – AGGIORNAMENTO

Aggiornamento ore 17.30 – La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha convocato il “tavolo istituzionale” sulla vicenda Perugina-Nestlé, cui partecipano il Comune di Perugia, le organizzazioni sindacali e dei lavoratori e rappresentanti dell’azienda, per giovedì 15 giugno, alle 9.30, presso la sede della Presidenza, a Perugia, Palazzo Donini.

Ore 11.35 – Vendite che non si traducono in aumento produttivo. E’ quanto esprimono i sindacati a proposito della situazione delle Perugina, che nei giorni scorsi è tornata sotto i riflettori della cronaca per la possibilità che il prossimo anno si verifichi la presenza di circa 340 esuberi tra i lavoratori dello stabilimento di San Sisto.

La situazione, si ricorderà, è emersa lo scorso 6 giugno, in Confindustria a Perugia, durante l’incontro tra Nestlé e sindacati sulla situazione di Perugina. Dall’esito del confronto era emersa la centralità dell’accordo del 7 aprile 2016, dello spirito e degli strumenti in esso contenuti. Si è ritornati, cioè, nell’alveo del percorso previsto dall’accordo stesso. “Siamo stati sempre convinti della bontà di questo piano e oggi lo ribadisce anche l’azienda. Si continua dunque a gestire l’accordo, con l’obiettivo di incrementare i volumi e le ore di lavoro. La fabbrica di San Sisto ha necessità di ritrovare competitività e quote di mercato in Italia e nel mondo.
Alla luce di quanto emerso oggi, pensiamo sia opportuno aprire un tavolo istituzionale con la Regione Umbria per cercare di favorire tutte le condizioni utili affinché questa multinazionale consolidi la sua presenza nel territorio con investimenti importanti che restino nel perimetro della fabbrica di San Sisto”. Così si erano espressi i sindacati a riguardo.

Le reazioni – “Da giorni sugli organi di stampa si rincorrono notizie sempre più preoccupanti sulla situazione occupazionale dello stabilimento di San Sisto della Perugina. È ormai necessario che quanto prima si faccia un punto della situazione e la comunità umbra sia messa a conoscenza di quale sia il reale stato dell’arte della vicenda”. Così il consigliere regionale del Partito Democratico, Giacomo Leonelli che ricorda di aver già presentato, la scorsa settimana “quando si sono avuti i primi annunci di esuberi di personale per lo stabilimento di San Sisto da parte di Nestlè Perugina”, una interrogazione alla Giunta regionale per sapere “lo stato delle cose e quali azioni verranno intraprese per tutelare i livelli occupazionali attuali e, conseguentemente, rispettare l’accordo intercorso tra i sindacati e Azienda nell’aprile dello scorso anno. E vista la situazione – puntualizza l’esponente della maggioranza – ho chiesto che l’interrogazione venga trattata con urgenza nella prima data possibile in Seconda Commissione”.

Leonelli ricorda che “nel 2016 Nestlè ha presentato a Regione Umbria, Comune di Perugia e alle sigle sindacali il proprio piano industriale, diventato operativo con la firma dell’accordo tra azienda e organizzazioni sindacali il 7 aprile 2016. L’accordo – spiega – prevedeva un investimento di 60milioni di euro nei successivi tre anni, destinati all’innovazione tecnologica di macchinari e strutture (15 milioni) e politiche di marketing di marchi e prodotti legati al cioccolato (45 milioni). Lo stesso piano – aggiunge – prevedeva anche la dismissione della produzione di alcuni marchi tra i quali ‘Ore Liete’ e ‘Rossana’ senza però ricorrere, su questo, ad esuberi di personale e a decisioni unilaterali dell’azienda per tutta la durata del piano, quindi almeno fino al 2018, seppur fosse già chiara la necessità di dover ricorrere agli ammortizzatori sociali. Tale accordo era stato ratificato a larga maggioranza anche dai lavoratori”.

“A fine luglio 2016 – scrive ancora Leonelli nel suo atto ispettivo – veniva presentato dall’azienda anche il piano di marketing, che prevedeva un forte rilancio del marchio Perugina, legato al valore aggiunto del territorio e del made in Italy. Il rilancio dell’azienda ha portato risultati positivi tanto da arrivare ad un più 44 per cento di vendite all’estero, per quanto riguarda il bacio e le tavolette. Ma tali maggiori vendite non si traducono, secondo i sindacati, in un conseguente aumento produttivo. Anzi, la Nestlé Perugina avrebbe presentato unilateralmente, ad inizio maggio, un progetto di riassetto organizzativo degli organici che prevederebbe oltre 300 esuberi”. “Poiché ogni giorno che passa – conclude Leonelli – questa cifra pare lievitare, occorre fare chiarezza e portare a conoscenza dell’opinione pubblica quale sia la reale situazione dello stabilimento di San Sisto”.

Ancora dalla Cgil – “La Perugina non è una semplice fabbrica. Al di là della sua importante produzione, al di là del suo marchio conosciuto in tutto il mondo, al di là della sua storia centenaria, sulla quale sono stati scritti libri, girati film e fiction, lo stabilimento di San Sisto rappresenta per Perugia e per l’Umbria un fondamentale punto di equilibrio sociale”. Lo afferma Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia.
“Dopo l’ultimo accordo che ha messo in sicurezza il rapporto dell’azienda con il territorio – continua Ciavaglia – le parti sociali, insieme al management Nestlé, hanno seguito passo passo gli step del piano di riorganizzazione, piano che la stessa azienda ha confermato nell’ultimo tavolo in Confindustria. Ma tutto ciò va a sbattere inesorabilmente contro la dichiarazione di centinaia di esuberi (chiamiamoli con il loro nome, non “ricollocazioni”) da parte dell’azienda, esuberi che evidentemente condizionerebbero pesantemente il futuro dell’azienda”.
Ecco perché secondo il segretario Cgil “è essenziale riaprire subito il confronto istituzionale, giustamente invocato dai sindacati di categoria Flai, Fai e Uila e dalla Rsu. Come Camera del Lavoro di Perugia – prosegue Ciavaglia – consapevoli della gravità della situazione, sottolineiamo con forza come il nostro territorio non possa assolutamente permettersi di perdere altra occupazione e tantomeno di vedere ridimensionata una realtà come Perugina, i cui lavoratori devono rimanere impiegati a San Sisto ed essere i protagonisti di una crescita non solo produttiva, ma sociale per l’intero territorio”.
“Per questo rivolgiamo un appello alle forze politiche e istituzionali del territorio – conclude il segretario della Camera del Lavoro – affinché la voce forte e autorevole delle istituzioni, insieme a quella delle rappresentanze dei lavoratori, possa allontanare, in ogni maniera possibile, un ridimensionamento che non sarebbe solo aziendale, ma di tutto il nostro territorio”.

©Riproduzione riservata