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PerugiAssisi 2019: il marchio della candidatura europea sulle confezioni di Latte Grifo

A Palazzo dei Priori è stata presentata oggi la prima operazione di sinergia di marketing tra una azienda umbra e la Fondazione Perugiassisi2019: il marchio della candidatura è stato inserito nel packaging delle confezioni (se ne prevedono tre milioni di confezioni) di latte Grifo in vendita nella rete distributiva nel 2012. Alla conferenza stampa hanno partecipato i sindaci delle due città, Boccali e Ricci, il presidente della Fondazione Perugiassisi2019, Bruno Bracalente, ed il presidente del Gruppo Grifo, Carlo Catanossi.
Boccali ha detto che l’ iniziativa risponde all’ esigenza di fare della candidatura “non un progetto elitario di classi dirigenti, ma, come del resto chiede esplicitamente l’ Unione Europea, una occasione di partecipazione e condivisione della cittadinanza nel suo complesso”. Del resto, ha aggiunto il sindaco, “la vendita del ‘prodotto Umbria’ significa anche la vendita delle produzioni del territorio, e si possono creare sinergie importanti tra questi e la progettualità culturale”. E per Ricci è particolarmente significativo utilizzare il latte come testimonial della candidatura “perché è un prodotto che entra nel quotidiano delle famiglie, e questo è fondamentale per un coinvolgimento dal basso”.
Con Grifo latte, in pratica, come ha spiegato Bracalente, si è realizzato il primo esempio di collaborazione con un soggetto economico privato per promuovere la conoscenza del progetto di candidatura. Anche la scelta del prodotto, il latte, risponde ad una precisa operazione culturale. Il latte Grifo è un prodotto umbro al cento per cento, ed in generale il latte è alla base dell’ alimentazione per le famiglie e in particolare per i bambini. “Si trasmette l’ idea – ha detto Bracalente – che come il latte, anche la cultura è un bene primario”.
Il Gruppo Grifo Agroalimentare è inoltre, come ha ricordato nel corso della conferenza stampa il suo presidente Catanossi, una realtà economica del territorio impegnata anche nella promozione culturale, come dimostra il recupero delle 360 tombe della necropoli romana venuta alla luce nel corso della costruzione del nuovo stabilimento caseario realizzato a Norcia.