Non era esattamente delle più frizzanti e di trepidazione l’aria che si respirava sabato pomeriggio al Teatro Pavone di Perugia, durante la presentazione della seconda e ultima revisione del progetto “Perugia2019 con i Luoghi di San Francesco d’Assisi e dell’Umbria”, step di chiusura del lungo processo di candidatura a Capitale europea della cultura per l’anno 2019.
Un teatro semivuoto, a voler essere ottimisti, ha accolto i relatori che, in ritardo ma in ordine di scaletta, gestita per l’occasione dalla Scuola di Giornalismo di Perugia, hanno alternato saluti istituzionali e interventi di promozione e approfondimento del bidbook della candidatura. Sul palco, a rompere il ghiaccio è il giovane sindaco Andrea Romizi, che dopo il dovuto saluto alla precedente amministrazione in seno alla quale il progetto è nato e si è sviluppato, presente a teatro nelle persone dell’ex primo cittadino Wladimiro Boccali e del precedente assessore alla cultura Andrea Cernicchi, ha battuto il ritmo della serata: “Il percorso della candidatura è importante. È già di per sè un arricchimento a prescindere dalla vittoria”. Un tono da ‘mettiamo le mani avanti, non si sa mai’, che è serpeggiato per tutto il resto del pomeriggio, senza grandi guizzi di entusiasmo. Unica eccezione quello, un po’ forzato, di Arnaldo Colasanti, direttore artistico del progetto, che in chiusura ha tentato di offrire ai pochi presenti rimasti, alcune “visioni” della Perugia e dell’Umbria che verrà, a colpi di “Che ne pensate se …”. E giù squarci di un futuro non ben identificato che spazia dall’incontro tra il valore della storia e le potenzialità della tecnologia incarnato dai recuperi architettonici che ospiteranno start up e living lab/hub nel riconvertito ex Carcere maschile, passando da una Marcia della Pace ‘riscritta’ da Daniel Pennac, fino ad arrivare sulle rive delle Fonti del Clitunno o del Lago Trasimeno dove, sul morire di un tramonto, giovani e anziani si racconteranno ‘come la vedono’.
Magari era solo un po’ di ansia da prestazione, visto l’approssimarsi della data dell’arrivo a Perugia della commissione per un’ultima valutazione sul campo, il prossimo 10 ottobre e la successiva definitiva presentazione 6 giorni dopo al Mibact per la definitiva scelta della Capitale europea della cultura per l’anno 2019, ultimo confronto tra il capoluogo umbro gemellato con Plovdiv in Bulgaria, Siena, Matera, Cagliari, Ravenna e Lecce. Sta di fatto però che Perugia al Teatro Pavone, sabato pomeriggio non c’era. Tanto meno Assisi. E il resto dell’Umbria neanche. Eppure si raccontavano le importanti sorti della prima città della regione. Anticipazioni di futuro prossimo, che, più o meno direttamente, avranno inevitabili ricadute su tutto il territorio, su tutti i livelli produttivi e sociali.
Il Bid Book – Non a caso, il titolo di questa seconda e più approfondita revisione del progetto è intitolata “Seeding Change – Seminare il Cambiamento”. Un documento articolato e analitico, completo di tutti gli aspetti che un buon progetto deve analizzare. E dichiarato, reso pubblico. Sola Perugia, insieme a Matera, hanno condiviso anticipatamente il progetto in un atto di trasparenza.
Stampato e distribuito gratuitamente in tutti i 92 comuni in 7mila copie (1 ogni 130 abitanti!), e disponibile online sul sito Perugia2019.eu il bid book apre con le motivazioni che hanno spinto i promotori e tutti gli attori del progetto a candidare il capoluogo umbro “Siamo consapevoli che Perugia e l’Umbria debbano dare una svolta culturale al loro modello di sviluppo, reinventando il proprio futuro. Sappiamo anche che la candidatura è un’occasione irripetibile per attivare e accelerare il cambiamento necessario”.
Due i Pilastri, tre i cardini – su cui si sviluppa tutto l’assetto della proposta. I due pilastri sono:
E relativamente ai contenuti possiamo parlare dei tre cardini sui quali si muove il concept di tutto il lavoro. “Il programma si avvale di un Piano Strategico Culturale di lungo periodo, che allude a un paziente lavoro di ricostruzione del tessuto urbano, sociale, culturale ed economico attraverso la valorizzazione di: individuo, comunità, territorio/ambiente”:
Il Budget – Ricco e molto articolato il programma di interventi strutturali e di cartellone, già pianificato in tutti i suoi costi e che, vale la pena dire, prenderà almeno parzialmente corpo a prescindere dall’elezione a capitale. Alcuni progetti hanno infatti già iniziato un proprio percorso di realizzazione e hanno trovato copertura da interventi di fondi strutturali.
Il budget complessivo dell’operazione non è esorbitante, ma contenuto entro confini ragionati su parametri di fattibilità:
Di questi quasi 164 milioni, 57 sono già stati reperiti tra Regione, Governo e Fondi Europei, mentre per gli altri ci si attiverà, tra i canali di cui sopra e interventi privati, solo dopo l’eventuale nomina.
Tutto il programma degli eventi e degli interventi – SEEDING CHANGE
Appello alla partecipazione – Scritto il progetto, depositato e presentato, a oggi non resta che attendere l’esito delle valutazioni e la definitiva elezione. Dal palco del Pavone la presidente della Regione Catiuscia Marini, presente all’evento insieme, oltre ai già citati Romizi e Colasanti, al sindaco di Assisi Claudio Ricci, al presidente della Fondazione Perugiassisi2019 Bruno Bracalente e il project manager Lucio Argano, ha lanciato un appello ai suoi cittadini perché si sentano parte di questo percorso: “La candidatura è un’ occasione per un cambiamento delle parti più compromesse della città, con progetti di promozione culturale, di ricerca scientifica. Da qui a 20 gg i cittadini saranno ascoltati dalla commissione in vari modi. Aiutiamo la candidatura anche usando in modo intelligente i Social network. L’Umbria può vincere questa scommessa perché è regione di città di dimensioni medie, che hanno avuto un forte ruolo nella storia e nella cultura, ma che hanno bisogno di investire su sé stesse per innovarsi“.