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Perugia2018, “ritenta sarai più fortunata” / La “tigna” di Romizi fa scuola

La tigna conta“, diceva qualche giorno fa il sindaco di Perugia, Andrea Romizi. Qualcuno ha preso alla lettera le parole del giovane primo cittadino, pronunciate dopo la sconfitta del capoluogo umbro a Capitale Europea dei giovani per il 2017, e non si è lasciato abbattere.

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Anche perchè, come è noto, a volte “basta copiare”, e in fondo “chi la dura la vince”, per restare tra detti conosciuti. O almeno si spera, anche per smacchiare la reputazione perugina da quell’agente “patogeno sfigante” di cui si è parlato su queste colonne. Ecco dunque che, copiando appunto Varna, candidatasi ben quattro volte prima della vittoria per il 2017, o Ganja, che ci ha tentato su due tornate, Perugia ci ritenta, con entusiasmo e dedizione, insieme alla Coalizione candidata e al Forum regionale dei giovani dell’Umbria, che ripartono “più forti e più convinti di prima” per essere Capitale europea dei giovani nel 2018.
Il portavoce del Forum, Gabriele Biccini, si è infatti detto convinto che “senza piangersi addosso, e per non buttare al vento quanto fatto in un anno, l’unica strada percorribile consiste nella scelta di proseguire e continuare“. Lo ha detto oggi, stringendo una pallina antistress presa a Cluj, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Donini, con la vicepresidente Casciari e l’assessore comunale Waguè, per verificare il percorso fatto, per annunciare i motivi della ripartenza e per illustrare le tappe che porteranno Perugia a candidarsi a capitale europea dei giovani per il 2018. Dopo il premio di consolazione, farcito dall’unione di 56mila giovani e dalla nascita del forum regionale, è rimasta la voglia di rimboccarsi le maniche. Di certo, oltre al fatto che bisognerà cambiare il nome dell’account Facebook e Twitter modificando l’anno di candidatura, si sa che a sfidare Perugia ci sarà Bratislava, forse Cascais e Galway, e forse anche una città della Turchia e della Russia. Tutti avversari temibili, a detta dello stesso Biccini.

Profumo di sconfitta? – Ma se nelle parole della vicepresidente Casciari, l’Umbria è un pò “sottotono” di fronte ai processi di internazionalizzazione e di europeizzazione, se tanto si deve ancora fare per entrare a pieno titolo nel ruolo di Capitale Europea di qualcosa (a cominciare dalle rete dei trasporti), ci chiediamo a cosa serva ora questo mea culpa, l’unico in realtà sentito fino ad adesso, almeno durante le varie conferenze di “chiusura” dei progetti di candidatura. Ci chiediamo se non sarebbero stati più utili a monte, o se lo sono di più ora, proprio a un passo dalla campagna elettorale. Di certo la ricandidatura raccoglie una sfida volta a cercare di incrementare il turismo in Umbria, a combattere quei dati scoraggianti per i quali, secondo quanto riportato da un rapporto Aur che sarà pubblicato a breve, una grossa percentuale di giovani (circa il 50%), rifugge una scolarizzazione maggiore, e così un inserimento nel mondo del lavoro in maniera più qualificante, e dunque resta a casa. Il tutto anche nell’ottica della call young di Horizon 2020, dell’Erasmus Plus, dei 300 eventi e delle 66 associazioni aderenti al Forum, e della prospettiva di Perugia Capitale Italiana dei Giovani 2015. Piccoli (?) semi, già piantati in Umbria, ma che necessitano del giusto terreno e del nutrimento adatto per poter continuare a crescere.

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