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Perugia, varata la legge per lo “Sviluppo delle società dell’informazione e del riordino delle società ICT”

“La legge in materia di sviluppo della società dell’informazione e riordino della filiera ICT regionale, approvata oggi dal Consiglio regionale, rappresenta un provvedimento di grande importanza sia sotto il profilo strategico che di razionalizzazione, efficientamento e contenimento della spesa”.

Lo ha dichiarato l’assessore all’Innovazione e ai Servizi innovativi Fabio Paparelli nel corso del suo intervento in Aula di cui si riportano in sintesi i tratti salienti: “Il testo legislativo  ridefinisce il profilo competitivo dell’Umbria in un comparto strategico come quello delle tecnologie per l’informazione e la comunicazione introducendo, tra l’altro, importanti novità anche nelle modalità di approvvigionamento di beni e servizi in ambito informatico e sanitario. Con questa legge, in nome dell’efficienza e della spending review e, perfino in anticipo rispetto alle norme dettate dal recente Documento di  Economica e Finanza del Governo Renzi  in tema di riorganizzazione delle società partecipate, la Regione Umbria riesce  a centrare più obiettivi contemporaneamente: 1)    ridurre fortemente il numero di società informatiche a partecipazione pubblica portandole da sei ad una  (Umbria Digitale) con un conseguente risparmio in termini di costi di gestione, governace e di servizi; 2) istituire un’unica società consortile a sopporto della fornitura di beni e servizi alla sanità (Umbria Salute) che fungerà anche da nuova Centrale regionale di acquisto (CRAS), attraverso la quale sarà possibile migliorare ulteriormente le già ottime performance dell’Umbria nell’ambito delle spese sanitarie, tanto da essere riconosciuta regione benchmark a livello italiano; 3) ridefinire sulla base degli obiettivi  previsti dal Piano di Agenda Digitale il sistema informativo pubblico completando il percorso di digitalizzazione della macchina regionale, che significa meno costi anche per cittadini e imprese e adottando un Data Center Unico per tutti le pubbliche amministrazione che avrà sede fisica nella città Terni. La riorganizzazione delle società ICT porterà con se’ la soppressione di alcune voci di costo relativi agli organi amministrativi e di controllo preesistenti. In particolare Umbria Digitale che nascerà per fusione, incorporazione o scorporo di ramo d’azienda di Webred Spa, Centralcom, Hiweb, Umbria Servizi Innovativi e Sir permetterà un risparmio annuo di circa 240 mila euro all’anno derivante dal passaggio da 9 consiglieri di amministratori ad 1 amministratore unico e dalla riduzione da 10 ad 1 dei revisori dei conti. Nel dettaglio gli amministratori delle cinque società partecipate dalla regione percepivano complessivamente 180 mila euro. Il nuovo amministratore unico di Umbria Digitale circa 50 mila. Stessa cosa per i revisori dei conti che complessivamente costano alle società partecipate circa 130 mila euro e che con il riordino peseranno solo per 20 mila.

A ciò si sommeranno la riduzione dei costi degli uffici con funzioni amministrative-gestionali (contabilità, buste paga, gestione amministrative varie, ufficio contenziosi o affari legali ecc); la riduzione del turnover mediante le riconversione delle risorse umane già presenti: come avverrà nel caso della riconversione dell’unità di personale che potranno sostenere in Umbria Salute i servizi connessi alla Centrale di acquisto; la riduzione dei costi per lo snellimento dei processi interni, misurabili sia in termini economici che in termini di riduzione dei tempi (a cui consegue riduzione costi) e lo sviluppo di economie di scala e di scopo. Significative anche le ricadute sul fronte esterno con maggior potere contrattuale negli acquisti, nei rapporti con il sistema bancario ed in generale nella contrattazione con i terzi. Con questo provvedimento la Regione si dota, in linea con i principi del governo nazionale, anche di una norma che pone un limite agli stipendi dei dirigenti delle società controllate, che non potranno superare il tetto massimo previsto dalla contrattazione collettiva nazionale di comparto e, in caso di nuove assunzioni, la retribuzione complessiva del personale delle società regionali, quindi anche dirigenziale, non potrà superare i minimi previsti dai contratti nazionali di riferimento. La costituzione della Centrale Unica per gli acquisti in sanità prevista all’interno del consorzio Umbria Salute, oltre a riallineare l’Umbria al resto del Paese, ha l’obiettivo di creare un modello di acquisto centralizzato capace di conseguire la riduzione dei prezzi per beni e servizi in virtù di maggiori volumi di gare e una apprezzabile riduzione dei costi anche per una minore incidenza delle procedure amministrative. Tale assetto, frutto di un riordino delle strutture, di una razionalizzazione dei processi amministrativi e di una specializzazione funzionale del personale, potrà attestarsi, a regime, sugli livelli di risparmio già attenuti in altre regioni e che sono stati stimati tra il 5 e il 10 % della spesa totale per beni e servizi sanitari che, in Umbria, è possibile stimare intorno ai 350 milioni di euro all’anno. Ulteriori risparmi arriveranno dalla conseguente abolizione della direzione regionale connessa all’riorganizzazione che impegnava circa 150 mila euro del bilancio regionale”.