“Ho spento l’ultima sigaretta un attimo prima di entrare al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Perugia; avevo un dolore al petto, venni ricoverato per un infarto devastante. Per molti, troppi anni sono stato dipendente dal tabacco. Della mia vita non cambierei nulla, vorrei solo non aver mai iniziato a fumare”. Da quell’infarto di una domenica di molti anni fa, è iniziato il calvario di Claudio Giovagnoni, un perugino di 57 anni, operaio Enel alla centrale di Pietrafitta. Con il tempo il quadro clinico si è aggravato per l’insorgere di altre importanti patologie. “So di aver rischiato più volte la vita, ma adesso mi sento bene, quasi vorrei fermare il tempo.” A Giovagnoni i medici del Santa Maria della Misericordia tre mesi fa hanno impiantato un cuore artificiale e ora, dopo un periodo di riabilitazione a Veruno e dopo i controlli, il paziente è tornato in famiglia, deciso a rituffarsi nelle sue passioni di sempre, fotografia e riprese video. ”Abbiamo deciso con i colleghi della Cardiologia e Fisiopatologia che si occupano di scompenso cardiaco, di procedere all’impianto del cuore Jarvik, nonostante un altro centro italiano lo ritenesse particolarmente rischioso per le “elevate e fisse resistenze polmonari”, ricorda il Dr. Isidoro Di Bella, cardiochirurgo che assieme al Prof. Temistocle Ragni ha eseguito il complesso intervento. “Nei mesi in cui sono stato ricoverato ho trovato sulla mia strada medici e personale infermieristico speciali, un lungo elenco di professionisti, scrupolosi e generosi nei miei confronti. Li ho abbracciati ad uno ad uno; ne cito alcuni, i Dr Alunni e Sapia , il Prof Ambrosio, e poi il Dr Be Bellis, che non mi ha mai nascosto la verità, ma sapeva farmela accettare”.
Giovagnoni, che è il terzo paziente umbro al quale in meno di due anni è stato impiantato un cuore artificiale, in segno di gratitudine ha voluto fare dono al personale delle Strutture sanitarie che lo hanno assistito, e le migliori fotografie della sua collezione, raffiguranti scorci di paesaggi , monumenti ,piante e fiori. Fotografie che in passato gli hanno permesso di ricevere numerosi riconoscimentiin mostre e concorsi. Domenica prossima è stato invitato a fare una testimonianza sulla sua esperienza nella chiesa di Castel del Piano: “La fede non ha mai vacillato, neppure nei momenti peggiori, e di questo parlerò domenica, invitato a farlo dal parroco, Don Francesco. Per la verità ho scritto anche a papa Francesco, e spero ancora in una sua telefonata. Vorrei solo dirgli che non ho mai avuto paura della morte”.