Sara Minciaroni
Si è risolta con una lunga conversazione tra il contestatore e il capogruppo Pd al consiglio regionale Renato Locchi, la protesta che questa mattina ha creato non poca agitazione a palazzo Cesaroni. L'imprenditore perugino già ieri pomeriggio, in occasione delle celebrazioni in memoria delle dipendenti della Regione uccise un anno fa. Subito era stato allontanato dagli agenti della questura, dopo che gridando aveva interrotto la cerimonia rivolgendosi proprio all'ex sindaco di Perugia.
Ed oggi il sessantenne, molto noto a Perugia, è tornato di nuovo alla carica, con lo stesso concitato atteggiamento, entrando nella sede del gruppo Pd. Dopo un primo momento di spavento e dopo l'intervento degli agenti di polizia, che lo hanno calmato ed identificato, è stato lo stesso Locchi a voler parlare con lui.
Si sono intrattenuti per più di un'ora e l'uomo ha esposto le ragioni della sua rabbia. Tutto farebbe riferimento ad una causa che l'uomo ha in corso da diversi anni con l'amministrazione di palazzo dei Priori. Una causa che per il momento ha dato ragione all'Ente anche dopo il ricorso al Tar dell'imprenditore. “Non c'è stata nessuna aggressione fisica – ha spiegato Renato Locchi – dopo un primo momento di tensione abbiamo cercato di chiarire la situazione”.
Momenti di paura ci sono stati, questo è innegabile ma, fortunatamente, senza conseguenza alcuna.