E’ lungo l’elenco delle “stranezze” del regolamento sull’ausilio del Var, guardando le partite di quest’anno del Perugia. Episodi a volte favorevoli a volte contrari, ma che comunque dimostrano una mancanza di uniformità. Poi, nel girone di ritorno, con il Perugia tra le prime otto o ai margini della zona playoff, le “stranezze” sono andate a senso unico, a svantaggio dei grifoni.
Fino a quanto accaduto al 94′ di Cittadella – Perugia nell’area dei padroni di casa, con Matos e Del Fabro che mancano l’impatto con il pallone, ma con il difensore granata che colpisce evidentemente l’attaccante biancorosso. Nonostante le proteste dei giocatori e della panchina del Perugia, che chiedono all’arbitro di andare a rivedere l’episodio, Robilotta, che ha già dato il triplice fischio, non interviene e la partita finisce 0-0.
Le proteste della società di Pian di Massiano, anche attraverso la voce del direttore Giannitti dopo i fatti di Perugia – Lecce e di Brescia – Perugia, non hanno sortito l’effetto desiderato circa almeno l’uniformità di giudizio sul ricorso al Var.
Vediamo alcuni degli episodi di questa stagione e il comportamento che hanno avuto l’arbitro in campo e quello in sala Var.
Seconda giornata di campionato, la prima al Curi per il Grifo di Alvini nel torneo cadetto. Partita ricca di colpi di scena. Il Perugia, sotto e poi in vantaggio, viene sorpassato per il 3-2 definitivo siglato da Dionisi dal dischetto. Il penalty viene assegnato per un ingenuo pestone di Falzerano su Seric. L’arbitro Valeri di Roma, a due passi dall’azione, non lo vede, ma viene richiamato al Var da Sozza.
Il 30 novembre il Perugia si presenta all’Arena Garibaldi per affrontare il lanciato Pisa. Altra partita ricca di colpi di scena. Il Perugia gioca bene, ma va sotto all’11’. Il pari arriva al 72′, su rigore, realizzato da De Luca. L’arbitro Miele di Nola, pur ottimamente appostato, deve andare al Var per vedere il tocco di mano di Gucher. All’81’ rigore per i padroni di casa per una presunta trattenuta di Zanandrea: l’arbitro non ha bisogno di rivedere l’episodio ed estrae il secondo cartellino per il difensore del Grifo, che viene espulso. Chichizola respinge però il tentativo di Lucca e finisce 1-1.
Il 19 dicembre si disputa al Curi l’atteso derby umbro. Perugia meglio nel primo tempo, avanti con Kouan; Ternana che si rifà nella ripresa, trovando il pari con Petinari in avvio. Nei minuti finali, sotto la Sud, gli ospiti reclamano un calcio di rigore perché la palla finisce sul braccio di Vanbaleghem. L’arbitro Guida attende il check per confermare la sua decisione sul fatto che il braccio sia attaccato al corpo, rispetto alla traiettoria del pallone, prima toccato dalla coscia del centrocampista biancorosso.
Il 26 febbraio arriva al Curi il Benevento dell’ex Fabio Caserta. Il Perugia, al di sopra di ogni pronostico, è tra le prime delle classe e ora vuole giocarsi i playoff promozione. L’arbitro Abbattista di Molfetta fischia la fine del primo tempo sullo 0-0. Ma quando già alcuni calciatori hanno praticamente lasciato il campo, viene richiamato da Maggioni al Var per un tocco di mano di Angella. Rigore molto generoso, vista la dinamica dell’azione, ma soprattutto assegnato – prima volta nel calcio italiano – dopo il fischio finale. La realizzazione di Forte darà la vittoria al Benevento.
Dopo la bruciante sconfitta contro il Lecce, il Perugia di Alvini si presenta al Rigamonti, contro un’altra corazzata. I grifoni passano in vantaggio con De Luca, sfiorano il raddoppio (pur giocando con un uomo in meno), ma vengono beffati nei minuti finali dall’uno-due delle rondinelle. L’arbitro Miele di Nola non aveva sanzionato una gomitata a gioco fermo su Olivieri. E soprattutto, fa infuriare i biancorossi il mani in area dei padroni di casa di Bertagnoli al 94′, non visto dall’arbitro, né dal Var Mazzoleni.
“Disparità che fa pensare” dirà in conferenza stampa Giannitti, chiedendo rispetto per il Perugia e i suoi tifosi.
Nella gara successiva altro impegno tosto per il Perugia, che ospita il Lecce. Grifoni in vantaggio con l’ex giallorosso Olivieri, nonostante in inferiorità numerica dalla fine del primo tempo per l’espulsione di Kouan. Al 90′ Santoro tocca con il braccio in area la girata di testa di Hjulmand. L’omonimo arbitro Santoro di Messina non ha dubbi e assegna il penalty che Coda trasforma per l’1-1 finale.