La Questura di Perugia ha scoperto e smantellato una fitta rete di spaccio di droga attiva su Perugia e collegata con Napoli: 29 gli arresti, tra cui una donna e un uomo italiani e tutti gli altri provenienti dal nord Africa e dalla Repubblica Ceca. Chiamata operazione “Zbun”, dall’arabo “cliente”, è il frutto di un’incessante attività di intercettazioni telefoniche, effettuate fin dall’aprile 2011, che hanno consentito di ricostruire la mappa del coordinamento dello spaccio su piazza dei pusher e dei corrieri. Centralissimi i luoghi del mercato della droga: da Porta Pesa a Piazza Grimana, da Galleria Kennedy a Piazza Partigiani, fino alle Scalette dell’Acquedotto e a Piazza IV Novembre. 3 gli uomini ai vertici del gruppo: la “filiera” prevedeva l’arrivo della droga dalla stazione di Napoli, con l’approvvigionamento da ivoriani, e lo spaccio per le strade di Perugia. Molti dei pusher erano clandestini, arrivati da Lampedusa, con ancora in possesso il permesso temporaneo per motivi umanitari. Dalle dichiarazioni della Questura, sembra che non ci sia alcun collegamento tra questi ultimi arresti ed i fatti di sangue avvenuti negli ultimi mesi per le strade del centro di Perugia. Sembra invece che a creare screzi tra i pusher siano i numeri telefonici attivati e di proprietà degli stessi, sinonimo di bacino di “clientela”: ad utilizzarli erano in più persone, magari in luoghi diversi tra Perugia e Napoli, ma il numero di riferimento era spesso lo stesso, creando così dissapori tra gli spacciatori. “Un problema, quello delle schede telefoniche – dicono dalla Questura – da sottoporre agli occhi del legislatore. Spesso richiedere il sequestro del numero, e non della sim, comporta un’operazione troppo lunga, e la tempistica in certi casi è fondamentale”.
Ale.Chi.