Perugia, Roma contro Il Cammino: presidente coop "deciderà la magistratura". A rischio comunità recupero e 70 lavoratori. Inchiesta TO® - Tuttoggi.info

Perugia, Roma contro Il Cammino: presidente coop “deciderà la magistratura”. A rischio comunità recupero e 70 lavoratori. Inchiesta TO®

Redazione

Perugia, Roma contro Il Cammino: presidente coop “deciderà la magistratura”. A rischio comunità recupero e 70 lavoratori. Inchiesta TO®

Mar, 17/04/2012 - 16:48

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Carmine Gazzanni

E’ un vero e proprio colpo di mano quello avviato dall’amministrazione di Roma che sta licenziando associazioni e cooperative che gestiscono da decine di anni i servizi per le dipendenze. Tra queste c’è anche Il Cammino, la cooperativa che si occupa di cura e recupero delle tossicodipendenze nella cittadina umbra di Città della Pieve che paga lo scotto dell’esito dei bandi di gara per l’affidamento di tali servizi. Un cambio di gestione incomprensibile, come denuncia Stefano Regio, presidente della cooperativa pievese. Il primo maggio – dunque tra meno di un mese – ci dovrebbe essere il passaggio di mano. Ma le cooperative estromesse sono pronte a dar battaglia: lo stesso Regio ha preannunciato infatti che ci sono tutti i presupposti per far ricorso al Tar avverso alla decisione – quella adottata dal comune di Roma – che rimane “senza logica”. Fra poco, alle 17, a Palazzo Donini di Perugia avrà inizio la conferenza stampa in cui verranno spiegati i motivi che hanno convinto la coop a ricorrere ai magistrati amministrativi. Ma andiamo con ordine.
20 anni di risultati – “La cooperativa Il Cammino – dice Stefano Regio a Tuttoggi.info – nasce nell’85 per gestire la comunità di Città della Pieve, sebbene faccia capo al comune di Roma. Da allora la gestisce ininterrottamente, con i vari passaggi, avvicendamento di assessori e di sindaci che si susseguono alla guida del mnicipio”. Nel 1998, per il successo e i risultati conseguiti dalla Comunità, il comune di Roma istituisce l’Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze (ACT) che ha a disposizione un fondo tramite il quale sono state garantite, negli anni, continuità e qualità a tutti i servizi. “Dall’85 la comunità è cresciuta – continua Regio – siamo ‘nati’ sulle dipendenze, però poi ci siamo occupati anche di immigrazione, delle donne provenienti dalla tratta sessuale, dei minori, di detenuti ed ex detenuti. Oggi lavorano con noi più di 70 collaboratori”.

La testimonianza – Quali sono stati, concretamente, i risultati raggiunti? A rispondere è Patrizio che vive tutt’oggi nella comunità umbra e che ci ha raccontato la sua storia. “Io sono entrato in comunità – ci dice – che ero abbastanza ridotto male, ero stato lasciato dalla mia ragazza, non capivo, non ragionavo più. Dopo, pian piano, con l’aiuto degli operatori e del gruppo, che è molto importante, sono riemerso”. Come si svolgono le giornate? “Alle sette la sveglia, alle sette e mezza c’è la colazione, dalle otto all’una si lavora ai campi, abbiamo anche da pensare alle stalle, dopodiché si pranza e dalle 16 alle 18 c’è il terapeutico, ovvero il gruppo: si parla dei propri malesseri, ci si sfoga, gli altri ascoltano, fanno domande, insomma si cerca di capire. Questa è una comunità che vale”, conclude Patrizio.
I cambiamenti di Alemanno – torniamo alla storia della struttura. Nel 2009 qualcosa cambia: il sindaco Gianni Alemanno nomina un nuovo consiglio d’amministrazione e un nuovo direttore dell’agenzia. Ed è qui che affiorano i primi dubbi: “Canu – chiosa Regio – è un uomo che ha militato nella ex Alleanza Nazionale, è un personaggio molto legato a quest’ambiente politico, molto legato a Laura Marisilio, quella che prima era assessore alla politica per la famiglia con delega alle tossicodipendenze, sostituita poi dall’assessore Gianluigi De Palo”. In effetti Canu è un uomo molto legato a Gianni Alemanno: il sindaco è tra i soci fondatori del MoDAVI (Movimento della Associazioni di volontariato italiano) il cui presidente era proprio Canu. Un dettaglio di non poco conto. “Se andiamo a vedere quali cooperative hanno vinto i bandi dell’ACT al posto di altre come Il Cammino, si scopre che figura, tra le tante, il MoDAVI stesso che tuttavia, come si legge in un dossier realizzato dalle cooperative estromesse e consegnato in Senato, non ha alcuna esperienza in merito ai servizi residenziali per la tossicodipendenza”.

Il silenzio – giorni fa sulla vicenda era intervenuto anche il primo cittadino di Città della Pieve, Riccardo Manganello, che aveva inviato una lettera al collega Gianni Alemanno circa l'esito delle gare: “Il silenzio di Alemanno mi desta molte preoccupazioni” aveva etto il sindaco umbro “su temi come il rcupero dalle tossicodipendenze il dialogo dovrebbe essere aperto. Governiamo per affrontare delle problematiche e qui stiamo parlando di percorsi di recupero che riguardano le persone. Resto amareggiato per la mancata risposta esprimendo le preoccupazioni di un'intera città. Tutti ci possiamo trovare dentro questi problemi e per questo gli amministratori non possono esimersi dal dialogare”.

Integra-Ceis al posto de Il Cammino – Quale cooperativa prenderà il posto de Il Cammino a Città della Pieve? La risposta è presto data: la Cooperativa Interga, in partenariato con il Ceis. Ed è proprio su questo bando che si addensano pesanti quesiti. Secondo Regio il duo Integra-Ceis “nel 2008 aveva 8 mila euro di fatturato e ad oggi può vantare una sola esperienza nelle dipendenze maturata a cavallo del 2011-2012 e finanziata sempre dall’ACT”. Quest’ultima, a detta degli esclusi dalla gara, risulta però essere cliente della cooperativa Integra per servizi di front‐office, back‐office, amministrativi e di assistance. Conflitto di interessi?
Le irregolarità – A quanto sostengono Regio & Co., Massimo Canu non ha mai avuto simpatia per Il Cammino. “Con Canu siamo oramai in una guerra esplicita da tre anni”, ammette esplicitamente “sono i fatti a confermarlo. Alcuni mesi fa, ad esempio, ci è stato imposto un supervisore, il dottor Francesco Urbani, il cui compito però, non è mai stato chiaro. E’ strano che si imponga un supervisore senza che ve ne fosse un motivo. Diverso sarebbe stato se Urbani fosse arrivato come consulente”. Ma non è tutto. Urbani sarebbe in “palese conflitto d’interessi come ‘supervisore’, in quanto risulta essere anche socio fondatore della cooperativa Crescere Insieme, concorrente de Il Cammino in occasione degli ultimi bandi”. Neanche a dirlo Crescere Insieme, stando alla denuncia di Regio, ha battuto la cooperativa umbra aggiudicandosi la gestione del Centro Diurno “Massimina”, gestito da 25 anni proprio da Il Cammino.
Canu in pratica avrebbe cercato in ogni modo di mettere i bastoni tra le ruote alla cooperativa di Città della Pieve. Come è stato denunciato da Regio, le autorizzazioni agli ingressi nella Comunità di Città della Pieve sono le pratiche “più farraginose, complicate e lunghe rispetto a qualsiasi altra comunità d’Italia. Bisogna chiedere l’autorizzazione completa di tutti i documenti previsti quindici giorni prima della data di ingresso della persona interessata. In più l’ingresso deve coincidere con le dimissioni, anch’esse programmate con quindici giorni di anticipo, di un altro utente. E se questo iter, per un motivo o un altro, non dovesse essere seguito? Si ricomincia da capo con le pratiche”.
Lo zelo dell'AcT – L’Agenzia sembra assolutamente rigorosa con la cooperativa operante in terra umbra: per i servizi regolati attraverso il regime pro/capite – pro/die richiede infatti una rendicontazione analitica dei costi sostenuti. “Sebbene sia una richiesta assolutamente eccessiva e che senz’altro richiede tempo (tempo che si ruba alla cura dei tossicodipendenti), Il Cammino è sempre stata puntuale nella rendicontazione. Nonostante questo, ecco il colpo di mano, come si legge nel dossier consegnato in Senato: “l’ACT impropriamente trattiene il 10% dell’importo fatturato, somma che ad oggi è pari a euro 99.090,35 (queste improprie trattenute si estendono dall’ottobre 2009 ad oggi)”. Fino ad arrivare, appunto, all’esito dei bandi: la cooperativa Il Cammino ha perso tutti e otto i servizi che gestiva fino a qualche mese fa, se si includono anche i progetti finanziati con il Fondo regionale che sono stati cancellati. E, tra questi, anche quello di Città della Pieve.
Ed ora? – Cosa accadrà a tutti i tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti che vivono nella comunità umbra? L’abbiamo chiesto, ancora, a Patrizio: “Questa eventualità mi mette un po’ di paura. Ti dico la sincera verità, in otto mesi io ho superato grossi problemi, ma ancora ne ho di piccoli e se chiude me li porterei dietro senza superarli. Non saprei come risolverli. Questa è una comunità che vale, ci sono capacità professionali elevate, non capisco perché debbano essere perse”.

Quale fine per i lavoratori? – E' proprio il destino di queste professionalità a preoccupare la cooperativa e gli stessi enti del comprensorio: Stefano Regio non sa che fine faranno i 70 collaboratori che, dal primo maggio, perderanno il proprio posto di lavoro. La partita però è appena cominciata come confermano dal CNCA (Comitato Nazionale Comunità di Accoglienza), ente che si è posto in aperto appoggio alle cooperative estromesse. “sono pronte mozioni e interrogazioni che verranno presentate sia in Parlamento, sia al consiglio comunale di Roma e a quello regionale del Lazio”. “Faremo ricorso al Tar in quanto sono ormai evidenti i vizi di forma di un bando scritto con l’obiettivo di epurare associazioni e cooperative non allineate al volere dell’amministrazione” conclude Regio. A decretare l’ultima parola sarà ancora una volta la magistratura.
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