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Perugia, procura contro prefetto / Istituzioni spaccate su droga e criminalità

Una presa di posizione a dir poco durissima quella del Procuratore della Repubblica reggente, dott.ssa Antonella Duchini rispetto alle dichiarazioni pronunciate ieri mattina in conferenza stampa dal prefetto di Perugia Antonio Reppucci. Il prefetto era ricorso ad affermazioni che già ieri avevano sollevato malumori e critiche nei palazzi del capoluogo umbro. Ma la prima reazione, autorevole e ufficiale, è quella del procuratore Duchini. Leggiamola: “Questo Ufficio si dissocia in maniera netta dalle affermazioni del Sig. Prefetto quando spera che i padri taglino le teste ai figli che assumono stupefacenti e quando sostiene che “il cancro è lì nelle famiglie, se la mamma non si accorge che suo figlio si droga è una mamma fallita e si deve solo suicidare”. Affermazione quest’ultima che si connota altresì per una ingiustificata discriminazione di genere.

Le tematiche afferenti al consumo ed alla cessione di sostanze stupefacenti, che indubbiamente investono anche il nostro territorio, sono complesse e riguardano sia l’aspetto della repressione (proprio delle forze dell’ordine e della magistratura) che quello della prevenzione attraverso politiche sociali rivolte alle famiglie, che non devono sentirsi isolate ma piuttosto supportate e coinvolte.

Sotto altro diverso profilo, quanto alle affermazioni del Sig. Prefetto circa l’assenza di evidenze certe di infiltrazioni della criminalità organizzata nel territorio umbro, rilevo, quale Procuratore Distrettuale Antimafia, che il fenomeno è attuale ed in corso da oltre un decennio, come risulta dalla relazione della Procura Nazionale Antimafia. Solo l’efficace attività di contrasto tuttora in corso, ha impedito – come fermamente sottolineato dal Sig. Procuratore Generale nel suo intervento nel corso della conferenza stampa – lo sviluppo endemico di forme di criminalità organizzata”.

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