Sarà a Perugia il prossimo fine settimana il Perugia Pride pride village organizzato dal gruppo omphalos arcigay arcilesbica del capoluogo umbro. La manifestazione si terrà il 28 e il 29 giugno presso i giardine del frontone di Perugia. Da venerdì 27 a domenica 29, banchetti informativi, festa, presentazione di libri, contest, e la presentazione, alle ore 21.15 del 29, del teaser di Perugia2017 Capitale Europea dei Giovani.
Anche il partito della rifondazione comunista e i giovani comunisti di Perugia aderiscono al Perugia pride village 2014. “La manifestazione – dicono in una nota Enrico Flamini (segretario provinciale PRC Perugia) e Andrea Ferroni (ccordinatore provinciale Giovani Comunisti Perugia) – si struttura sulla consapevolezza che una società veramente libera può sorgere soltanto da cittadini liberi in ogni aspetto della loro individualità, con le loro differenti necessità, con le loro peculiarità e la loro unicità. Siamo convinti che la realizzazione di ogni uomo e donna possa avvenire soltanto a partire da uguali condizione materiali di partenza, cosa che purtroppo oggi ci è negata per l’avanzare delle politiche capitalistiche e neoliberiste che distruggono stato sociale, diritti e dignità in nome di un mercato che fa soltanto gli interessi dei banchieri e della finanza speculativa.
Insomma, nella convinzione che soltanto dalla liberazione sociale degli uomini e delle donne possano venire diritti civili che contribuiscono alla realizzazione di ogni individuo, non rinunceremo a portare dentro questa società quelle istanze che ci hanno sempre contraddistinto come PRC e che riteniamo imprescindibili per la convivenza pacifica di tutti e tutte.
Per questo saremo presenti il 28 e il 29 giugno al perugia pride village con un nostro banchetto invitiamo la cittadinanza tutta a prendere parte a questa grande festa”.
Preoccupazione – Sinistra Ecologia Libertà Perugia intanto “esprime la sua più profonda preoccupazione e disapprovazione nei confronti della manifestazione convocata da Forza Nuova e Blocco Studentesco per protestare contro il Perugia Pride Village. Quella di Forza Nuova è una posizione astorica, che vorrebbe avvicinarci alla Russia di Putin ed allontanarci dall’Europa dei diritti; una manifestazione che condanna parte della cittadinanza a quell’invisibilità e senso di inferiorità che ha causato tanti suicidi, anche nella nostra città, di giovani gay e lesbiche e ha costretto molti altri ad emigrare in città più grandi o all’estero. SEL Perugia aderisce, invece, con convinzione al Pride cittadino, quale momento fondamentale di condivisione con la cittadinanza delle rivendicazioni del movimento omosessuale e transessuale cittadino per una piena inclusione di tutti. Non è un caso che sono decine le associazioni coinvolte nell’iniziativa, a dimostrazione del fatto che la battaglia per l’uguaglianza riguarda tutti i cittadini, indipendentemente dal loro orientamento sessuale.
Anche il PD dell’Umbria e tutta la sua segreteria “rimarcano con nettezza la distanza dalle posizioni di Forza Nuova riguardo al Perugia Pride Village e la propria vicinanza a tutti i movimenti che si battono per la costruzione di una società dell’uguaglianza e del rispetto. Il Partito Democratico ha fra le sue battaglie quella del riconoscimento dei Diritti civili che non sono da considerarsi accessori nella misurazione e la qualità di una democrazia e di uno stato moderno. Per questo l’impegno sarà sia, per quanto di nostra competenza, nell’incentivare un percorso legislativo al passo con le democrazie più avanzate d’Europa ma soprattutto dall’altro per promuovere in mezzo alla gente la piena cittadinanza di tutti. Il nostro principio ispiratore resta la Carta Costituzionale e la sua piena attuazione: “Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
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