Cronaca

Perugia, presentazione del libro ““I treni non esplodono. Storie dalla strage di Viareggio”

Viareggio, 29 giugno 2009. Ore 23.48.

Il treno merci 50325 che trasporta quattordici vagoni-cisterna carichi di Gpl deraglia quattrocento metri dopo la Stazione. Da uno squarcio nella prima cisterna il gas si disperde come una nebbia portata dal vento. Si insinua dentro le case, dalle finestre aperte, dalle porte, nei cortili. Poi esplode. In via Ponchielli crollano tre palazzine, l’incendio devasta la strada. Undici persone perdono la vita sul colpo, altre ventuno moriranno in seguito a causa delle ustioni, un centinaio di feriti gravi affronteranno le conseguenze di quella notte negli anni a venire.
Con un lavoro durato più tre anni gli autori hanno raccolto le storie dei parenti, dei superstiti e le deposizioni del tribunale, dando vita a una narrazione corale che tiene il lettore incollato alla pagina.
Daniela Rombi racconta l’agonia della figlia Emanuela, 21 anni, morta dopo 42 giorni in ospedale. Silvano Falorni ricorda la ricerca del fratello Andrea, spazzato via dall’esplosione, di cui è stato ritrovato solo un pezzo di ginocchio. Antonio Cerri, a capo di una delle due squadre dei vigili del fuoco di Viareggio, rivive la notte più drammatica della sua carriera, quando in undici appena si ritrovarono ad affrontare il muro di fuoco di Via Ponchielli. E ancora Massimo Palagi, che non era di turno ma lasciò la moglie incinta per andare a soccorrere i feriti, e Anna Maccarone, che combatte per mesi contro le ustioni senza perdere la speranza.
I treni non esplodono è il primo libro sulla Strage di Viareggio, un documento capace di trasmettere la portata della tragedia del più grave disastro ferroviario italiano, ancora senza colpevoli. Il processo — che vede tra gli imputati anche gli allora vertici delle Ferrovie dello Stato, tra cui l’ex ad Mauro Mortetti — va avanti da anni, e per il 2016 è previsto il giudizio di primo grado.