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Perugia, perseguita e cerca di uccidere la ex / Divieto di avvicinarsi per lo stalker

Un’ennesima storia di persecuzione e violenza alla fine di un amore tra due perugini. Lui, secondo la ricostruzione degli inquirenti, non accetta la separazione e non sopporta che nella vita di lei ci sia un altro, così la perseguita, la insegue, la insulta, la molesta, minaccia di morte e per ogni futile scusa la riempie di botte. Il tutto aggravato da una ulteriore scomoda circostanza: i due, nonostante la loro storia d’amore sia terminata e in maniera così drammatica, sono gli unici soci di una florida azienda, nella quale lui ha la titolarità sociale maggiore, ovvero il “coltello dalla parte del manico”. La relazione sentimentale tra i due dura addirittura 7 anni e, a causa della incompatibilità tra i loro caratteri, si conclude nel dicembre del 2011.

L’inferno – Da quel momento in poi, per la donna, è l’inferno. La donna denuncia che al lavoro l’ex compagno la insulta continuamente, la minaccia di morte con tutti i mezzi, la maltratta anche per futili motivi legati all’attività quotidiana dell’azienda e, quando sono soli, la strattona, la spinge e la colpisce provocandole diverse lesioni; in alcuni casi, le lancia addosso dei mobili. Le minacce e le violenze non sono limitate al posto di lavoro. L’uomo insegue la donna anche all’esterno, e dovunque sia possibile la insulta, la minaccia, la prende a schiaffi. Succede dappertutto, anche dal commercialista o nel parcheggio di un supermercato dove, a seguito dell’ennesimo rifiuto a rimettersi insieme, la minaccia e le mette le mani al collo tentando di strangolarla: in questa circostanza sarebbe stato l’intervento di un cliente a salvarle vita. La donna è stanca di frequentare il pronto soccorso, dove in alcuni casi le è stata diagnosticata addirittura la “tumefazione della piramide nasale”, è stremata all’idea di ricevere schiaffi, calci e lanci di arredi d’ufficio addosso, non è più disposta a farsi vedere in pubblico con ematomi da tutte le parti, ma soprattutto di vivere reclusa in casa, con uno stato di terrore tale che è costretta a rivolgersi, inoltre, ad un gastroenterologo che la costringe ad una terapia antidolorifica per i continui dolori addominali dovuti proprio all’ansia accumulata.

Le minacce – Quando la donna si decide a procedere contro il suo incubo, si rivolge alla più vicina Stazione Carabinieri, dove presenta la prima querela. A questo punto, le molestie e le minacce del suo ex si fanno ancor più pesanti e preoccupanti: l’uomo le scrive e le dice spesso “…lo so che mi verranno a prendere e che mi porteranno a Capanne, ma ho qualcuno che sistemerà prima te e poi il tuo nuovo amico … vi faccio fuori entrambi …”.

Il divieto di avvicinarsi – All’esito di una delicata ed articolata attività di ricostruzione dei fatti e delle vicende della coppia, delegata dall’Autorità Giudiziaria alla Squadra Mobile della Questura, diretta dal Dott. Marco Chiacchiera, l’organo giudicante preliminare ha emesso un provvedimento di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa a carico dello “stalker”

Il provvedimento – Dall’alba della giornata di ieri, lunedì 2 marzo 2015, gli uomini della “Sezione Reati contro la Persona” della Squadra Mobile, coordinati dal Dott. Piero Corona, si sono messi sulle tracce del persecutore, lo hanno localizzato e gli hanno notificato il provvedimento emesso a suo carico, con l’avvertenza di non farsi più vedere dalla sua ex ed in particolare, sul posto di lavoro, addirittura di stare alla larga dal suo ufficio.

I precedenti dell’uomo – In caso di inottemperanza, si apriranno per lui per porte di Capanne, a lui già ben note. Significativi, infatti, i trascorsi giudiziari dell’uomo, attivamente coinvolto, nel 2003, in un’articolata operazione di Polizia Giudiziaria di questa Squadra Mobile, Sezione “Antidroga”, denominata “Hydra”, con la quale venne scardinato un sodalizio criminale italo-albanese dedito al traffico di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina per lo ‘sballo’ perugino.