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“Perugia in pellicola”, i film girati nell’acropoli |Anche Alberto Sordi in “Fumo di Londra”

Una Perugia dai toni color seppia, dal centro storico attraversato dalle macchine e con le strisce pedonali che passano da una parte all’altra della Fontana Maggiore. Sono queste le immagini che fanno parte di un video contenente gli spezzoni di film girati nel capoluogo umbro dagli anni ’40 fino agli anni ’80. Delle vere e proprie chicche dove, ad esempio, appare anche Alberto Sordi nella pellicola “Fumo di Londra” del 1966. Il mix di immagini è stato prodotto da Angelo Mencaroni, giovane video maker perugino, che ha intitolato il tributo storico alla città “Perugia in pellicola”.

I film. Tre minuti che lasciano ben immaginare la città in un periodo storico che va dagli anni ’40 agli anni ’70. I film utilizzati nel video di Angelo sono Uomini e cieli di Francesco de Robertis (1943), Bufere di Guido Brignone (1952), il già citato Fumo di Londra di e con Alberto Sordi (1966), Il torso di Sergio Martino (1973), L’ultima neve di primavera di Raimondo del Balzo (1973), Il maestro di violino di Giovanni Fago (1976), Assisi underground di Alex Ramati (1985) e Una domenica si di Cesare Bastelli (1986).

Curiosità. Proprio nella Perugia anni ’70 venne girato il film I corpi presentano tracce di violenza carnale (più noto come il Torso) che insieme al film Reazione a catena di Mario Bava, è stato il precursore del filone degli slasher-movies americani di cui fanno parte titoli come Halloween – La notte delle streghe e la saga di Venerdì 13. La prima parte del film è stata girata nel centro storico di Perugia mentre la seconda parte ha luogo nel piccolo borgo abruzzese di Tagliacozzo, dove è stata girata. In Fumo di Londra, il primo film che vede Sordi come regista oltre che attore e sceneggiatore, per certi aspetti, costituisce una sorta di re-interpretazione, ambientata stavolta in terra d’Albione, di un precedente film, sempre interpretato da Sordi, Il diavolo (1963) di Gian Luigi Polidoro, che era invece girato in Svezia. L’Albertone nazionale interpreta qui Dante Fontana, antiquario di Perugia e grande ammiratore della cultura anglosassone, che si reca a Londra per un’asta: vuole comprare un pezzo di un’urna cineraria etrusca chiamata “zia” (una figura di una donna) in quanto lui possiede l’altro pezzo chiamato “zio” (figura maschile). Immerso finalmente nell’atmosfera della capitale britannica, si impossessa di tutti gli stereotipi del vero gentleman, prova a spacciarsi per inglese, tenta perfino di rinnegare la propria italianità.