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Perugia, ordinanza contro alcol al Curi / Romizi precisa / Pd “ignoranza è cosa grave”

Un’ordinanza che aveva fatto discutere quella del comune di Perugia a proposito del divieto di somministrare alcolici nella zona dello stadio Curi durante le partite di calcio del Perugia. Il sindaco Romizi ha voluto chiarire a riguardo: “si precisa che al momento non esiste nessuna ordinanza, in merito, firmata dal sindaco. Il documento pubblicato nel sito del Comune (Albo Pretorio on line) non è altro che la reiterazione di una precedente ordinanza, nonché la comunicazione di un avvio di procedimento, da parte degli uffici, di una nuova ordinanza. Il sindaco valuterà il contenuto di questa misura contemperando gli interessi dei vari soggetti coinvolti. L’ordinanza in ogni caso sarà meno restrittiva di quella del passato, pur tenendo conto delle esigenze di ordine pubblico”.

L’ordinanza, infatti, che dunque riguarda la somministrazione di alcolici in vetro e lattine, dovrebbe andare in vigore dal 13 settembre, nell’orario compreso da 6 ore prima della partita e fino a 3 ore dopo. A riguardo è inoltre intervenuto il consigliere Camicia di Forza Italia, spendendosi per chiedere la revoca del provvedimento. Ha così presentato un’interrogazione. Secondo il consigliere di Forza Italia la decisione va rivista perchè “rischia di creare pesanti effetti in capo alle attività commerciali, esponendo il fianco a tanti contenziosi“. Un divieto, secondo lo stesso Camicia, che si estende ad ampio raggio a livello territoriale.Per questo il consigliere ha chiesto a Romizi di  “revocare l’ordinanza Sindacale, predisposta dal comando dei Vigili urbani, in quanto la stessa, in modo ingiustificato essendomolto restrittiva, creerebbe gravi problemi economici alle tante attività commerciali che per riflesso subirebbero gli effetti della suddetta ordinanza. Revocare, l’ordinanza con immediatezza, significherebbe evitare eventuali contenziosi con categorie di commercianti, con associazioni e con tantissimi cittadini, in quanto sarebbe l’unica città Europea ad adottare delle severe ed ingiustificate restrizioni per un campionato di calcio di serie B”.

La replica del Pd – Il gruppo comunale del Partito Democratico però incalza, rimarcando la questione in base alla quale l’ordinanza sarebbe stata pubblicata “all’insaputa di Romizi”, come dichiarato anche dal quotidiano La Nazione. “Ci si rende forse conto che dichiarare di non sapere è cosa grave. Il documento pubblicato nel sito del Comune non è altro che la reiterazione di una precedente ordinanza, nonché la comunicazione di un avvio di procedimento, da parte degli uffici, di una nuova ordinanza. Troppe inesattezze per così poche righe tali da dimostrare che alla inconsapevolezza dell’oggi, si somma l’ignoranza di quanto è successo a Perugia negli ultimi dieci anni pur avendo avuto un punto di vista privilegiato come quello di consigliere comunale.
Se si parla di reiterazione vuol dire che si fa riferimento ad una ordinanza del 2001(!), anno in cui in cui il Perugia giocava in serie A, entravano allo stadio circa trentamila persone e si doveva rispondere alla legge Pisanu; vuol dire che non si sa che spartiacque per la materia è rappresentato dalla sentenza della Corte Costituzionale del 2011 e che il Comune di Perugia da quella data ha stoppato ogni tipo di provvedimento che poteva andare in questo senso”.

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