Una gestione, quella che interessa il circuito dei musei civici della città di Perugia, forse poco chiara. Un bando di appalto dei servizi museali perugini assegnato nel gennaio 2017 dopo che la società Munus si è aggiudicata la concessione museale perugina per tre anni rinnovabile per massimo un altro triennio. Palazzo della Penna, quindi, ma anche la cappella di San Severo e il complesso templare di San Bevignate. “Ma c’è poca trasparenza” dicono dall’opposizione.
Un circuito museale che negli ultimi anni ha subito una modifica, con l’importante fuoriuscita del Pozzo Etrusco (con una determina di giunta del 2016, la n 104) che con i suoi tantissimi accessi faceva da traino sia economico che di accessi. “Questa scelta – continua il consigliere – ha determinato effetti deleteri con significativo calo degli accessi al circuito medesimo, essendo il pozzo etrusco la struttura trainante del percorso museale”. Un circuito museale che, secondo Bori e Bistocchi, risulterebbe “spacchettato”, in controtendenza con quanto avviene nelle altre città italiane, europee e mondiali. In considerazione di ciò il Pd ha deciso di presentare una specifica interrogazione rivolta all’amministrazione comunale per chiedere nel dettaglio “quali sono state, se ci sono state, le azioni messe in campo dalla giunta dirette ad evitare che il pozzo etrusco fosse lasciato fuori dal circuito museale del Comune”. Ulteriori chiarimenti riguardano la mancata istituzione di una convenzione turistica unica (cosa sia stato fatto finora) che i consiglieri istanti avevano proposto nel maggio 2016 con specifico odg avente ad oggetto “Perugia viva, card unica per accesso illimitato a tutti i musei, monumenti, mezzi di trasporto pubblico e mobilità alternativa”.
Nel 2016, infatti, con una delibera la giunta ha ridefinito il circuito museale comunale costituito da cappella di San Severo e il complesso templare di San Bevignate. Successivamente, con una determina dirigenziale del 16 giugno 2016, la numero 177, il Comune di Perugia ha avviato la procedura per l’affidamento in concessione della gestione dei servizi per il pubblico del circuito museale comunale. Al bando di gara per l’affidamento della gestione delle strutture culturali si erano fatte avanti, oltre alla società vincitrice che ha sede legale a Roma, anche Klas services srl di Bologna e una cooperativa di Mestre.
Un bando di gara con un valore massimo pari a quasi 731 mila euro per complessivi 6 anni. Il 12 gennaio 2017 una determina dirigenziale, la 7, ha visto l’affidamento in concessione della gestione dei servizi per il pubblico del circuito museale comunale in favore di Munus srl che ha offerto un canone annuo di 109.634 ,40 euro (per un canone di tre anni di 328mila euro). Di fatto il passaggio di consegna tra Sistema Museo, che ha gestito palazzo della Penna per 26 lunghi anni, e Munus c’è stato il Primo febbraio. Un’assegnazione avvenuta per un’offerta sia nella parte tecnica che economica. “L’offerta economica – spiegano dal Pd – presentata da Munus per un totale di 109 mila euro include il capitolo “mostre, eventi e spettacoli” per un totale di 65mila euro nel 2017, 68,250 nel 2018 e 75mila nel 2019 con la clausola “previo reperimento sponsorizzazioni“. “Tale voce di investimento – aggiunge Bistocchi – appare legata, quindi, ad un elemento altamente aleatorio col rischio, in caso di assenza di sponsor, di produrre conseguenze negative sui ricavi”. In merito a questa situazione il Pd, ha inteso presentare una richiesta di attivazione rivolta alla V commissione onde verificare se queste attività, ritenute perentorie nell’ambito della gara ai fini della presentazione della domanda, verranno effettivamente sviluppate oppure se, come appare, rischiano di essere cancellate. Nel caso in cui non dovessero concretizzarsi queste sponsorizzazioni si avrebbero delle conseguenze in termini negativi anche sul ricavo.
Ed ecco che l’opposizione richiede l‘attivazione della V commissione consiliare permanete di controllo e garanzia al fine di avere chiarimenti in merito alla titolarità della concessione e in ordine alla legittimità da parte di una ditta diversa rispetto a Munus srl a condurre la concessione di servizio. “Infine – conclude Bori mostrando un biglietto di ingresso per il museo civico della Cappella di San Severo – come fa il gestore a conteggiare quanti ingressi fa se sui biglietti non c’è il numero della matrice?”.