Stava lavorando sopra il tetto di un capannone a Balanzano quando, ad un certo punto, si sfondò sotto i suoi piedi e lui cadde giù perdendo la vita. Adesso, per la morte di quell’operaio di 38 anni, avvenuta nel 2012 mentre faceva quello per cui era stato assunto da una ditta, cinque persone sono state rinviate a giudizio. Per loro il processo inizierà nel febbraio del prossimo anno.
Le accuse La ditta per cui lavorava l’operaio morto, avrebbe “omesso di richiedere preventivamente specifiche informazioni sul capannone dove dovevano essere eseguiti i lavori” e anche di “redigere, anche attraverso la nomina di un responsabile del servizio prevenzione/protezione munito di adeguati requisiti e competenze, il conseguente documento di valutazione dei rischi e di predisporre gli indispensabili apprestamenti di sicurezza, il tutto al fine di evitare che il lavoratore, comunque non adeguatamente formato, operasse sulla copertura del capannone, al fine di effettuare la manutenzione degli evacuatori di fumo e calore”.
In aula Gli imputati sono difesi dagli avvocati Francesco Falcinelli, Alessandro Ciglioni, e Giancarlo Viti. Invece la famiglia del ragazzo deceduto adesso è assistita dagli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza.