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Perugia, l'operazione “Pit bull” arresta la banda dei furti / il Questore “Il fenomeno dilaga”

Sara Minciaroni
Una banda responsabile di furti per un valore di oltre 250 mila euro è stata sgominata nelle scorse ore dagli agenti della squadra mobile di Perugia. Il fenomeno dei furti a Perugia dilaga, questo è certo, ma la questura ha risposto con l'operazione “Pit bull”: 11 ordinanze di custodia cautelare e la sensazione di aver sgominato un sodalizio criminale attivissimo sul territorio.

Le indagini. Si è partiti con le indagini dal furto alla tabaccheria “La dea bendata” di San Sisto, che il15 aprile scorso ha subìto una spaccata con tanto di sottrazione di gratta e vinci, poi riscossi. Quella è stata la prima occasione utile per dipanare il bandolo di una matassa che ha guidato gli investigatori dritti verso una banda dedita a questa illecita attività. Una indagine svolta con attività tradizionali di intercettazione telefonica, fotografie, osservazioni, controlli e pedinamenti.

Il modus operandi. Individuati i soggetti e stabiliti i rapporti tra di loro, si è capito che il giovanissimo Marius Ungureanu, 24 anni era il leader dell’organizzazione. Una banda modulare che a seconda della necessità sceglieva i complici “giusti” per il colpo a seconda delle rispettive abilità. Non colpivano mai con la propria auto ma con mezzi rubati (ben 41), ora recuperati e restituiti. Raggiungevano l’obiettivo con la vettura rubata e poi effettuavano un giro di telefonate che è stato utilissimo alle indagini. Indagini che nel corso dei mesi si sono consolidate e sono state corroborate dal recupero di merce.

Il sodalizio tra bande albanesi e rumene. Non è più vera la leggenda che tra cittadini albanesi e rumeni non corra buon sangue. Il reato contestato è infatti quello di associazione a delinquere per i componenti di questa presunta organizzazione malavitosa composta proprio da cittadini di questi due paesi.

I complimenti del Questore. “Questa operazione da una prima, rapida, risposta al fenomeno dei furti che purtroppo è in crescita. Porta alla luce nuovi fenomeni come il sodalizio tra criminalità albanese e rumena, e spiega che il fenomeno non si combatte con la pattuglia che gira di notte ma con indagini come queste. Su questo percorso bisogna lavorare. I miei complimenti al lavoro della squadra mobile e al reparto prevenzione. La polizia ha risposto in modo efficace ad un fenomeno che ha messo in difficoltà questo territorio. Così si fa capire ai criminali che qui la presenza di polizia c’è e risponde in maniera rapida”. Così il Questore Carmine Gugliotta ha voluto commentare

I numeri. Dall’aprile del 2013 all’agosto dello stesso anno, la banda avrebbe commesso 43 furti (anche se la sensazione degli inquirenti è che il sodalizio criminale fosse attivo anche da prima e che quindi il numero dei reati potrebbe essere più corposo). L’attività dei sospettati è stata monitorata, poi in tempi rapidi, una volta certi di avere elementi sufficienti, da parte degli inquirenti sono state richieste 11 ordinanze di custodia cautelare, di cui 9 eseguite in queste ore (l’ultima proprio nel corso della conferenza stampa a Roma nel quartiere Prenestino).

I tentacoli. Una banda umbra con propaggini laziali quindi, ma uno dei componenti è stato fermato anche a Siena. Quarantatre i furti accertati di cui 32 messi a segno a Perugia e 11 in Toscana (in tabaccherie, concessionarie e abitazioni) e rubavano di tutto, come ha spiegato il capo della Mobile Marco Chiacchiera. Nel corso delle perquisizioni eseguite stamattina contestualmente alle ordinanze è stata trovata una nuova grande quantità di refurtiva (sigarette, materiale edili, attrezzi di ogni tipo).

Anche la droga. Ma questa organizzazione non disdegnava nemmeno il traffico di droga. Tutto il guadagno veniva investito sulla piazza di Roma importando in Umbria principalmente cocaina. Uno degli arrestati, George Dorojan, è stato fermato proprio con un etto di “polvere bianca”.

Anche due italiani. Due gli italiani coinvolti, uno originario di Reggio Calabria e un romano, con ruoli ancora da stabilire all’interno dell’organizzazione ma comunque con funzioni non di spicco. Al termine delle indagini i pubblici ministeri Antonella Duchini e Claudio Cicchella hanno chiesto ed ottenuto dal gip Alberto Avenoso 11 ordinanze di custodia cautelare a carico di :

Marius Ungureanu nato in Romania nel 1989, arrestato a Perugia e considerato il capo della banda. E' proprietariodi un cane pit bull da cui ha preso il nome l'operazione.
Ionut Morar del 1985 arrestato a Roma con precedenti per spaccio
Daniel Cosmin Pascu del 1990 arrestato a Roma
Kujtim Prenga del 1979 considerato il ricettatore della banda ed arrestato a Perugia
Gheorghe Dorojan del 1992 considerato il braccio destro del capo ed arrestato a Siena
Liliana Neagu del 1991, donna del capo e considerata fiancheggiatrice della banda, arrestata a Perugia
Eduard Kabashi del 1982 arrestato a Perugia
Vasile Manoila del 1989 considerato un ricettatore ed arrestato a Perugia.

I reati contestati a vario titolo sono quelli di associazione per delinquere, furti pluriaggravati, favoreggiamento pesonale, favoreggiamento reale e associazione per delinquere finalizzata all’acquisto e cessione di stupefacente.

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