E’ di nuovo tempo di semina! Questa mattina “Libera” pianterà patate sui campi confiscati alla ‘ndrangheta, a Col della Pila. La terra torna nelle mani dei cittadini, che la fanno fruttificare onestamente. Un segno non soltanto simbolico ma concreto della vittoria della giustizia e della legalità. E’ anche su questi terreni che oggi “si fa la resistenza” in Italia. Resistenza a sistemi di crimine organizzato e a logiche di sopraffazione, violenza e illegalità che si combattono soltanto quando i cittadini sono uniti e consapevoli.
Agricoltura e campi estivi. Dopo la bella giornata di semina dell’anno scorso, alla quale ha fatto seguito un piccolo ma significativo raccolto che ha permesso di vendere patate biologiche a marchio “Libera Terra”, quest’anno si tratta della seconda semina da quando il bene di Pietralunga è stato restituito alla collettività, dopo la confisca al clan ‘ndranghetista Di Stefano e dopo essere stato luogo di latitanza del boss. Da tre anni a Pietralunga si svolgono i campi estivi di formazione sulla legalità che richiamano, nel mese di luglio, centinaia di ragazzi provenienti da tutta Italia. Una preziosa occasione tutta da vivere insieme per confrontarsi, oltre che con il lavoro agricolo, con testimoni, magistrati, esperti e familiari di vittime di mafia. Per fare l’esperienza dei campi estivi di Libera basta iscriversi andando sul sito www.libera.it. (E-State liberi).
Quattro varietà di patate biologiche. “Quest’anno possiamo contare sul supporto che gli amici e le amiche di Legambiente hanno voluto garantirci – dice il presidente di Libera Umbria Walter Cardinali -, mettendoci a disposizione 4 varietà di patate biologiche da piantare sul terreno di Col della Pila. Abbiamo i semi, dunque, ma ci servono le braccia. Per questo vi aspettiamo in gran numero! Lavoreremo e pranzeremo insieme (pranzo al sacco)”.
Beni confiscati a Spoleto: imminente l’incontro con il prefetto. Intanto a Spoleto si attende l’annunciato e imminente incontro del sindaco Fabrizio Cardarelli con il prefetto di Perugia Antonella De Miro: l’incontro ha l’obiettivo di affrontare il discorso della restituzione alla collettività locale e il successivo riuso a finalità sociale dei beni confiscati recentemente (dopo il sequestro del 2010) al clan agrigentino Agrò.