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Perugia, giochi fatti: martedì si scioglie ufficialmente il nodo allenatore | Gli altri addii

Sarà probabilmente martedì il giorno in cui il Perugia scioglierà il nodo allenatore. Anzi, i nodi. Perché l’affaire panchine, sull’asse Perugia-Benevento, prevede un’uscita (anticipata rispetto il contratto firmato un anno fa) e un arrivo (quello del nuovo tecnico). Ma i giochi, a meno di clamorosi ribaltoni dell’ultima ora, sono ormai fatti.

L’accordo Santopadre-Vigorito

Fabio Caserta ha già fatto la sua scelta. Vuole il Benevento, società che pur dovendo ridimensionare il suo budget, punta con decisione all’immediato ritorno in Serie A. E vuole farlo affidando la sua rivoluzione, anche tecnica, all’allenatore di Melito Porto Salvo che nell’unica stagione in B, con lo Juve Stabia, non riuscì a conquistare la salvezza dopo un ottimo girone di andata.

Decisione che Caserta ha comunicato alla società. E che a Pian di Massiano hanno accettato. Salvo provare a scagliarci qualcosa, con una contropartita economica (chiesto mezzo milione di euro, ma ci si accontenterà di molto meno) o tecnica (sul piatto il laterale sinistro tedesco, nell’ultima stagione in prestito all’Ascoli, Oliver Kragl).

Comunque Fabio Caserta non sarà più un allenatore del Perugia. Guiderà la formazione giallorossa. A sancirlo, come era stato annunciato, il contatto di venerdì tra Santopadre e Vigorito. Mancano solo i dettagli, che saranno definiti entro martedì.

Le richieste di Alvini

Come mancano solo i dettagli per la trattativa che dovrebbe portare Massimiliano Alvini sulla panchina biancorossa. Tecnico che, come Caserta, ha brillato in Serie C, ma nell’unica annata nel campionato cadetto ha steccato. Ed ha voglia, quindi, di riscatto.

Una soluzione, quindi, che intriga il Grifo. Anche perché low cost. Non solo per le pretese economiche del tecnico ex Reggiana, ma anche perché Alvini non ha particolari richieste circa lo staff a disposizione.

Si teme per Elia

I tifosi del Grifo guardano alle vicende degli ultimi giorni con un diversi stati d’animo. Qualcuno bolla come “tradimento” la scelta di Caserta. Altri lo giustificano, temendo che dietro al rifiuto di uno dei protagonisti della risalita in B ci siano anche le scarse garanzie date da Santopadre sulla squadra che si intende allestire. Perché il vero nodo, al di là dell’allenatore, è quello della squadra. Per questo si temono nuove partenze, dolorose. Come quella di Salvatore Elia, il jolly scuola Atalanta (che ne possiede il cartellino) che Caserta avrebbe chiesto al Benevento come pedina sulla fascia per tentare l’assalto alla B.

E si preparano altri addii rispetto alla squadra che ha raggiunto la promozione in Serie B. In alcuni casi anche eccellenti, tra aspirazioni dei giocatori e conti da far quadrare.