Settecento euro alle famiglie di Perugia con presenza di anziani non autosufficienti che assumono badanti. La misura decisa dalla Giunta Romizi è realtà dopo la pubblicazione, nelle ultime ore, dell’avviso pubblico che rende noti i dettagli della misura. Ma a contestare il contributo – badanti è il Movimento 5 stelle.
La richiesta di contributo una tantum va presentata al Comune entro il 20 gennaio 2018. Il contributo di 700 euro verrà concesso sino ad esaurimento delle risorse, a rimborso del costo sostenuto per la retribuzione di uno o più assistenti familiari, preposto alla cura di soggetti non autosufficienti nei Comuni della Zona sociale n. 2. Perugia, Corciano e Torgiano. Destinatari della misura sono anziani ultrasessantacinquenni residenti nei Comuni di Perugia, Corciano e Torgiano in condizioni di non autosufficienza certificata dalla competente ASL cioè in possesso di certificato di invalidità civile al 100% con indennità di accompagnamento. Per ottenere il contributo – badanti è necessario avere un I.S.E.E. ( ristretto) di tipo socio- sanitario non superiore a € 18.000,00 valido al momento della presentazione della domanda, oltre alla sottoscrizione di un regolare contratto di lavoro per almeno 30 ore settimanali con uno o più assistenti familiari attivato da almeno 6 mesi consecutivi alla data di pubblicazione del presente avviso.
Le domande presentate presso i singoli comuni vengono raccolte dal competente ufficio del Comune di Perugia, che provvederà ad esaminarle al fine di verificare l’ammissibilità. Entro 90 giorni dalla scadenza dell’avviso, l’ufficio approverà un elenco degli aventi diritto. Qualora i fondi disponibili non fossero sufficienti a coprire tutte le richieste ritenute ammissibili il contributo sarà liquidato sulla base di una graduatoria formulata sul valore I.S.E.E. più basso. A parità di I.S.E.E. la precedenza in graduatoria verrà determinata sulla base di non avere usufruito di altre agevolazioni economiche finalizzate a tale scopo.
Qui è possibile scaricare l’avviso pubblico integrale
La misura, però, viene contestata dal Movimento 5 stelle ed in particolar modo dal capogruppo consiliare Cristina Rosetti. All’indomani della pubblicazione dell’avviso pubblico per la concessione di un contributo di 700 euro “una tantum” a rimborso del costo sostenuto per uno o più assistenti familiari”, il MoVimento 5 Stelle attacca l’assessore alle politiche sociali Edi Cicchi, “che crede di risolvere il problema della assistenza alle persone anziane affette da grave disabilità con una sporadica erogazione in denaro, di importo irrisorio, rispetto agli ingenti costi sostenuti con continuità dalle famiglie”.
“L’Assessore Cicchi dimostra ancor una volta – evidenziano i pentastellati – di essere un mero gestore di risorse (destinate ai pochissimi che riusciranno a dimostrare di possedere i requisiti previsti dall’avviso pubblico) e decide ostinatamente di non rispettare gli indirizzi vincolanti del Consiglio Comunale in materia di libera scelta. La Delibera del Consiglio Comunale n. 14 del 9.02.2015, impegna il Sindaco e la Giunta ad elaborare idonei strumenti programmatici finalizzati: al sostegno alla domiciliarità a favore delle famiglie dove siano presenti situazioni di gravi disabilità secondo un piano personalizzato in un’ottica di libertà di scelta tra gli strumenti disponibili, con obbligo, per l’ente, di monitorare i risultati della presa in carico, e che prevedano: forme di erogazione diretta alle famiglie; di un assegno di cura, senza obbligo di assumere un assistente qualora in famiglia sia presente un Caregiver; con obbligo di rendicontazione dettagliata dell’impiego della somma erogata a dimostrazione che venga impiegata per la finalità per cui viene data; forme di erogazione diretta alle famiglie di un contributo badante per coprire i costi di un assistente domiciliare scelto liberamente, in mancanza di Caregiver e/o in affiancamento dello stesso; dare piena attuazione alla Convenzione ONU al fine di garantire l’effettiva e concreta attuazione dei principi in essa contemplati; di sostenere attivamente il progetto sperimentale per la destinazione del 20% del fondo della Regione Umbria sulla non autosufficienza a progetti individuati per favorire la vita indipendente e la libertà di scelta; di assicurare e garantire la reale, concreta e diretta partecipazione dei disabili e dei loro familiari attraverso l’individuazione di progetti di vita e il riconoscimento dei loro diritti anche tramite le associazioni di tutela dei diritti; alla incentivazione di figure professionali innovative, nell’ambito dell’assistenza-riabilitazione sanitaria e psico-sociale, che garantiscano i servizi direttamente commissionati e finanziati dalle famiglie tramite “l’assegno di cura” o il “contributo badante” che possa essere valutato e monitorato dall’ente pubblico; al riconoscimento e valorizzazione della figura del Caregiver familiare come componente informale della rete di assistenza alla persona e risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari”.
“Il Comune è ancora lontano dall’attuazione di tali impegni, che non possono e non devono essere attuati con iniziative “una tantum” a copertura di una minima parte dei costi sostenuti realmente dalle famiglie ogni mese, ma attraverso l’erogazione di un contributo economico fisso per l’autogestione dell’aiuto personale che si pone alternativo rispetto al servizio offerto dagli enti territoriali competenti e scelto liberamente dalle persone non autosufficienti e dalle loro famiglie. Invitiamo le famiglie a chiedere l’assistenza indiretta e a non fermarsi di fronte agli illegittimi rifiuti del Comune, il cui compito è in primis quello di informare gli utenti della loro diritto fondamentale di scegliersi da chi farsi assistere”.