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Perugia, domani l'autopsia sulla 42enne di Città Castello morta dopo il parto

Alessia Chiriatti

Sarà l'autopsia a fare luce su quanto accaduto a A. M., la donna di 42 anni, morta dopo aver dato la vita al suo primo genito lo scorso mercoledì (8 gennaio, ndr). L'esame ci sarà domani mattina, ed è stato disposto dal pm Michele Adragna a seguito della denuncia formale ai Carabinieri effettuata dal marito della donna, nonostante la diagnosi della Direzione Sanitaria del nosocomio perugino abbia dichiarato con un comunicato ufficiale che ad una prima valutazione il decesso sarebbe stato causato da una “dissecazione dell'aorta”. La magistratura intanto indaga contro ignoti.

Un parto spontaneo quello affrontato dalla donna: nessuna complicazione sembrerebbe sopraggiunta durante il travaglio. La donna si trovava ricoverata a Città di Castello al momento della rottura delle acque, ed è stata poi trasportata presso l'ospedale perugino, dove un'equipe medica più specializzata avrebbe potuto prestarle cura. Da quanto finora emerso il decesso sembrerebbe slegato dalla gravidanza, sebbene avvenuta in tarda età fertile.

Un evento molto raro, definito dalla comunità scientifica come “sentinella”, quello che ha segnato la strada della 42enne tifernate, che ha lasciato un marito e un bambino appena nato, fortunamente in buone condizioni di salute. Dopo la denuncia del marito, lo stesso dottor Angelo Baldoni, responsabile del reparto di Ostetricia del Santa Maria della Misericordia, ha segnalato l'accaduto, tramite la Direzione Sanitaria, al Ministero, e ha poi richiesto di effettuare l'esame autoptico: i risultati saranno utili alla comunità scientifica, e dunque alla ricerca, a indagare su casi eccezionali come questo. Due ostetrici dell'ospedale perugino hanno dichiarato che in 40 anni di lavoro “non si sono mai trovati davanti a casi del genere”, se non uno che appare simile, avvenuto nel 1998. Intanto la vita del reparto continua: “un centro di eccellenza” che solo nel 2013 ha aiutato a dare la vita a 2053 bambini.

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