Un’area verde di Perugia che chiede aiuto. I residenti della zona adiacenti di via Pietro Aretino, nella zona della Pallotta, non ce la fanno più. A rendere impossibile la vita, e il sonno dei perugini che qui intorno abitano, il degrado e i bivacchi continui che quotidianamente si svolgono al piccolo parco dietro all’uscita della superstrada di Prepo. L’ultimo nella notte tra sabato e domenica dove dopo mezzanotte la movida è tornata a fare capolino nell’oramai abbandonato campo da basket.
Luogo di aggregazione
Ma partiamo dall’inizio. “Questo è il parco dove tutto è permesso – spiega Giampiero Tamburi di Perugia social city – , dove si può giocare a pallavolo, su un campo che sarebbe da basket, si possono fare barbecue, vedi sabato pomeriggio e di conseguenza si possono servire pietanze, si può urlare a squarciagola a tutte le ore e si può rimanere tranquillamente anche la notte utilizzando luce pubblica supplementare. Tutto questo non tenendo minimamente conto del fatto che il parco si trova sotto una serie di palazzi abitati da famiglie che da anni sopportano il frastuono che incessantemente entra all’interno delle case e che lamentano questa situazione di degrado senza che nessuno, nonostante le numerose chiamate alle autorità di pubblica sicurezza, se ne sia fatto carico”.
La danza dei decibel
Un copione che da tempo, troppo, va avanti. Ed è proprio questo che è successo la scorsa notte. Un gruppo di avventori della notte si è recata nell’area verde di via della Pallotta e ha dato via alla “danza del decibel“. Ma chi sono i frequentatori di quest’area verde chiediamo a Perugiw social city? “Sono gruppi di persone straniere, a volte anche famiglie, alla ricerca di un luogo di aggregazione che però sembrano non rispettare i ritmi di chi qui intorno vive. Anni fa il Comune di Perugia – continua Tamburini – aveva permesso alla Bocciofila 2000 l’utilizzo E l’accensione di un lampione per permettere gli incontri serai o nelle ore più buie di inverno. I frequentatori della notte hanno rotto lo sportellino della colonnina che permette l’illuminazione dell’area con un timer usufruendo della luce pubblica quando vogliono per meglio svolgere i loro bivacchi”.
Petizione
Ed è proprio delle scorse settimane la raccolta firme per chiedere al sindaco Andrea Romizi la bonifica “ambientale e sociale” del parco Aretino. I tutto con il patrocinio di “Perugia Social City”. La petizione, firmata dai residenti di via L. Ariosto, dove le abitazioni sono collocate proprio a ridosso del parco in questione, chiedono all’amministrazione di mettere “in atto tutti gli gli strumenti a sua disposizione per far cessare immediatamente l’uso improprio del parco stesso“. “Un necessario ed immediato intervento risolutore – si spiegano nella raccolta firme – giustificato da un atteggiamento scorretto, già da moltissimi anni in atto, in quanto tutte le settimane e qualche volta, per più di una volta la settimana, dal primo pomeriggio fino a notte fonda (4/5 della mattina successiva) si svolge su questo parco un uso che non tiene conto delle esigenze altrui, utilizzando, il medesimo, come sede impropria che rende l’aria non respirabile per gli odori molesti dovuti al continuo utilizzo del barbecue, come per i fastidiosi ed incessanti schiamazzi dovuti all’eccessivo uso di alcool e di birre illegalmente vendute e consumate; come pure dagli nauseabondi odori esalanti dagli angoli adibiti a toilette a cielo aperto, con tutte le conseguenze per la mancanza di norme igenico-sanitarie, come si può facilmente immaginare“.
Il confronto in Comune
E se i residenti lanciano un SOS a palazzo dei Priori, il sindaco Romizi risponde. Il 13 settembre, infatti, nella sala Rossa del Comune di Perugia, i residenti di via Ariosto potranno confrontarsi con il primo cittadino sui problemi del parco Aretino e, qualche giorno prima, in previsione dell’incontro, chi vorrà intervenire potrà portare la propria opinionie. L’appuntamento è l’8 settembre alle ore 17 presso l’associazione in via Scarlatti La voce dell’anima. La richiesta? “Se proprio questi signori vogliono fare aggregazione, che il Comune conceda loro un’altra area dove non disturbino la quiete pubblica“.