Chi ha rapito Ares gli ha somministrato un ultimo pasto. Crocchette avvelenate con la metaldeide che lo hanno portato alla morte. Soltanto dopo lo ha lasciato legato, con una corda troppo corta, ad un albero al quale l’animale si è attorcigliato fino a quando è sopraggiunta la morte. Sarebbe questo quanto emerso dall’esame autoptico sul cucciolotto di American Staffordshire Terrier (Amstaff) rapito al suo padrone sabato scorso a Perugia e trovato morto legato ad un albero ieri mattina da Assisi. Una fine inflitta senza pietà, forse per la paura di essere scoperti dopo il rapimento e il clamore e la mobilitazione suscitata dalla notizia. Perché strappare un cane al suo padrone in una rapina che stando al racconto del proprietario sembrava finalizzata proprio a portarsi via l’Amstaff per poi ucciderlo così barbaramente?
Morto avvelenato dall’antilumache. Questo aspetto farebbe rivedere completamente le cause del decesso. Infatti Ares, al contrario di quanto pensato in un primo momento, non sarebbe morto per il soffocamento causato dalla corda troppo corta con la quale è stato trovato legato ad un albero ma per l’avvelenamento da quella sostanza che viene comunemente usata come antilumache. Nel suo stomaco i veterinari avrebbero trovato i resti un pasto, crocchette che di certo non erano quelle dell’ultima somministrazione data dal padrone. Crocchette avvelenate. Non è chiaro se l’animale abbia subìto percosse, sull’arto posteriore sinistro la carcassa presenterebbe delle lesioni la cui origine è ancora tutta da capire.
Le indagini. L’esame, eseguito dai medici dell’Istituto Zooprofilattico di Perugia, come spiegato dal direttore sanitario Telemaco Censi, è consistito nella necroscopia ed in una serie di esami successivi tra cui i tossicologici e gli istologici i cui risultati non si avranno prima del fine settimana. Sulla vicenda la procura ha aperto un fascicolo e le indagini sono svolte i queste ora dai agenti della squadra mobile di Perugia. Si cercano i responsabili del rapimento e dell’aggressione a mano armata (coltello) dei rapinatori che hanno fermato il proprietario di Ares in una via del centro storico e lo hanno costretto a consegnargli il cane contro la sua volontà.
Messa una “taglia” sui rapitori. “Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) ha deciso di mettere una taglia di 5.000 euro sulla testa dei responsabili del rapimento e della morte del cane”. “Non sono in grado di dire quali siano le motivazioni di quanto accaduto – ci dice Lorenzo Croce presidente di Aidaa – ma appare evidente che un cane non si ruba in pieno centro città e poi lo si lascia legato a 35 chilometri di distanza lasciandolo morire soffocato se non vi sono delle motivazioni particolari che comunque non spetta a noi individuare. Posso dire che come Aidaa come in altri casi a noi interessa quanto successo al cane e che qualunque siano le motivazioni crediamo si debba arrivare all’individuazione ed alla cattura dei responsabili di questo orrore. Per questo mettiamo una taglia sulla testa di questi ladri ed assassini. Ciò non toglie che mi ponga delle domande su tutta la vicenda – conclude Croce – se dietro questa storia non ci sono motivi di sfregio religioso, il cane potrebbe essere stato rapito o per addestrarlo ai combattimenti o forse anche per la riproduzione”.