Cronaca

Romizi e Pierotti alla Rai “Perche non fare una fiction tv su Ellesse”

Era stato annunciato a febbraio scorso e, da allora, nulla si è fermato. L’asse Corciano – Perugia all’insegna della fiction si rinsalda e chiama la Rai, affinché accenda i riflettori su un personaggio della storia socio-imprenditoriale dal respiro ultranazionale e che, in entrambi i Comuni, lasciò un segno profondo.

Dai social alla Tv. Ma procediamo con ordine. Sull’onda del successo di ‘Luisa Spagnoli’ l’assessore corcianese Lorenzo Pierotti (attività culturali, turismo e sviluppo economico) scrisse sul suo profilo FB “Eccezionale la fiction! Insieme al Comune di Perugia dovremmo proporre a Rai Fiction anche la storia della grande azienda Ellesse con sede a Corciano e del suo fondatore Leonardo Servadio”. Nell’immediato il post divenne virale; a condividere ed apprezzare l’idea di Pierotti, chi l’azienda la conosceva bene, gli ex dipendenti, gli appassionati, gli sportivi, quanti credono nel valore della storia e nella possibilità di valorizzare luoghi e protagonisti pure con eventi televisivi. Anche il sindaco di Perugia Andrea Romizi reagì positivamente alla sollecitazione dell’assessore “caro Sindaco, uniamo le forze e pensiamoci”. Dall’idea si è arrivati alla lettera ufficiale, indirizzata alla Presidenza della Rai, che i due giovani amministratori hanno firmato giovedì 23 giugno nella Sala Rossa di Palazzo dei Priori, alla presenza di un emozionato ed orgoglioso Leonardo Servadio junior.

“Aderiamo con grande piacere e assoluta convinzione a questa proposta – il commento di Romizi – Abbiamo lavorato e intendiamo proseguire congiuntamente per sollecitare la Rai a dare attenzione a una grande storia che è parte del nostro territorio ma ha respiro internazionale. Siamo certi che la storia di Leonardo Servadio e, con lui, di quel mondo di aziende, manager e sportivi che hanno collaborato con Ellesse sia di interesse del grande pubblico”. Per parte sua, l’assessore Pierotti ha ricordato “stavano ancora scorrendo i titoli di coda quando ho affidato ai social un commento ed una consapevolezza, ossia che anche altre storie umbre potessero e dovessero essere raccontate, coinvolgendo l’amico sindaco. Già durante la notte il rimbalzo è stato così forte che il giorno dopo alcune delle emittenti locali hanno realizzato servizi sulla storia del marchio. L’aspetto più bello, tuttavia – ha aggiunto – è che i cittadini di Corciano e Perugia hanno sentito la forza di quell’idea e ci siamo sentiti spinti ad andare avanti. Grazie alla famiglia Servadio che ha apprezzato. Speriamo che questa lettera al Presidente Monica Maggioni, che come studente alla scuola di giornalismo radiotelevisivo di Ponte Felcino ha già respirato un po’ della nostra storia, possa avere seguito”. “Da eredi, siamo testimoni consapevoli dell’importanza del percorso di mio padre – la riflessione di Servadio – e del peso della storia dell’azienda. Ellesse è diventato un marchio noto in tutto il mondo, capace di far crescere i suoi collaboratori e le loro famiglie, rendendo conosciuto un territorio. Ringrazio le istituzioni per avere portato avanti l’iniziativa – ha ribadito – non scaturita da noi, ma sulla quale il supporto di tanti dipendenti, e non solo, sta a significare che moltissimo di quel percorso è rimasto”.

Mister Ellesse. Nella missiva ufficiale, ripercorsa la vicenda imprenditoriale di Leonardo Servadio, nato a Perugia nel 1925, da una famiglia incardinata nella storia di quella città, che scelse Corciano per impiantarvi, nel 1959, un laboratorio di pantaloni. L’Ellesse in poco meno di 30 anni divenne la fabbrica di abbigliamento sportivo emblema del made in Italy. Tratti raccontati anche in ‘Ellesse. Storia di un mito del made in Italy raccontata dai suoi protagonisti”, la pubblicazione a firma di Gianfranco Ricci – Guerra Edizioni – donata al Sindaco e che correderà la missiva. “Non resta che attendere”, gli ultimi commenti prima dei saluti, insieme alla perplessità che la holding inglese Pentland Group, attuale detentrice del marchio, scelga altri mercati, piuttosto che quello italiano, per continuare a veicolare i prodotti. “Perché non far tornare a Perugia – l’altra considerazione su cui tutti si sono detti d’accordo – un negozio monomarca che continui a vivificare il mito”.