“Ma quale ‘buco ter’, ‘buco Romizi’… Il buco nel bilancio del Comune di Perugia è uno, lo stesso, grosso, che amministrazioni diverse hanno provato a gestire in modo diverso”. Il sindaco Romizi parla un po’ alle opposizioni, un po’ ai suoi, a chi c’è, almeno, perché due consiglieri tra le file di maggioranza, visto spuntare il sole, hanno preferito uscire piuttosto che votare il documento delle misure correttive sui rendiconti di gestione di Palazzo dei Priori, dopo la tirata d’orecchie della Corte dei conti.
Un documento, ha puntualizzato il sindaco, che contiene “ricette utili, da accompagnare con una scrupolosa attenzione” nei prossimi bilanci, a cominciare da quello di previsione per il 2018. Rimarcando così, come aveva appena fatto l’assessore Bertinelli, che la Giunta non intende fare i conti in casa e chiedere poi su di essi il mero voto dei consiglieri di maggioranza. Perché “i dettagli” delle misure, ha specificato l’assessore, lo sguardo rivolto ai banchi della maggioranza, saranno poi discussi ed inseriti nei preventivi di bilancio. E chissà se queste rassicurazioni abbiano effettivamente tacitato la rabbia dei due consiglieri usciti anzitempo da Palazzo dei Priori e avvistati, pare, in coda alla farmacia comunale, forse per acquistare il Malox.
Sogghignano, puntando l’indice, i consiglieri di minoranza. Specie tra le fila del Pd, dove si mormora, alla volta di Romizi: “L’hai voluta la bicicletta?”. Perché per i dem, al di là dei proclami, la Giunta prova a mettere toppe sui conti navigando a vista e, così facendo, ampliando il buco, come proverebbero i 3 milioni e mezzo di nuovi debiti per interessi passivi sulle anticipazioni di cassa (nel 2013 erano di appena 4mila euro). I pentastellati, poi, temono che la vendita delle quote del Minimetrò possa legare le mani al Comune, un po’ come avvenne con l’operazione Sipa. E guardando con sospetto alla concidenza temporale che ha portato Bus Italia, con una lettera, a prospettare la gestione integrata del trasporto pubblico regionale.
Ma la maggioranza di centrodestra, pur con qualche mal di pancia e defezione, tiene botta sui conti, il vero scoglio (lo si sapeva dall’inizio) dell’esperienza Romizi. E traccia in sei punti la road map che dovrà scongiurare, anche in futuro, il dissesto dell’Ente: vendita di immobili e terreni; rottamazione dell’annosa questione delle aree Peep; sanatoria per le tasse sui rifiuti non riscosse; alienazione di quote della Minimetrò Spa e ridefinizione del servizio di mobilità alternativa; raccolta e controllo telematico delle tasse comunali; nuovi indirizzi in materia di entrate e spese correnti.
Il dettaglio degli interventi salva-conti
- Dismissione di immobili. Saranno ceduti terreni e fabbricati non più funzionali all’Ente, tra cui Palazzo Rossi Scotti, il cui valore è stimato in un milione e mezzo di euro. Il Comune intende vendere anche altri immobili, molti dei quali ad uso commerciale, attualmente locati. Portando a circa 12 milioni di euro il valore stimato del piano di alienazione per il primo anno (15/16 milioni da qui al 2020). La realizzazione di questo piano di alienazioni è stata stimata prudenzialmente intorno al 50%.
- Aree Peep. La questione è annosa e scoppiò sul finire dell’ultimo mandato Locchi, con Boccali assessore e già lanciato per la successione, quando migliaia di famiglie perugine si videro recapitare “conticini” per il pagamento del suolo sul quale era stato realizzato il palazzo dove avevano acquistato l’appartamento. Assemblee e contenziosi, molti dei quali ancora in atto. Contenziosi che è ora di chiudere, per l’assessore Bertinelli. Per far diventare finalmente i proprietari degli appartamenti proprietari anche del terreno sul quale sono stati realizzati e per portare nelle casse del Comune circa 2 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 2,1 milioni derivanti dalla dismissione del patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica.
- Sanatoria sui rifiuti. Chi è in ritardo con il pagamento della Tari negli anni 2014-2016 potrà mettersi in regola in modo agevolato, analogamente a quanto previsto, per le annualità precedenti, con il Dl 148/2017. Si prevede, prudenzialmente, un incasso tra i 10 e i 12 milioni di euro.
- Giù dal Minimetrò. “Da quando è stato creato, il Minimetrò ha costituito un grosso problema per il Comune”, è stata la premessa dell’assessore Bertinelli. E il suo costo, “troppo elevato per questa città”, richiede misure strutturali. Via libera, quindi, all’alienazione di quel 70% di quote della Minimetrò spa detenute da Palazzo dei Priori, ma anche una ridefinizione del contratto di servizio che lega i perugini al “Brucomela” fino al 2037. Anche aprendo un contenzioso più ampio con la Regione, se sarà necessario. Perché Perugia, ha rivendicato poi Romizi, nella ripartizione dei fondi riceve meno e nulla per la mobilità alternativa. Scendendo dal Minimetrò il Comune conta di risparmiare, a regime, un milione di euro l’anno. Ma prima ci sono da rivedere lo statuto sociale, la convenzione quadro ed il contratto di servizio, per rendere la dismissione efficace “e tutelare giuridicamente ed economicamente” la posizione del Comune di Perugia, che rimane proprietario dell’infrastruttura e concedente del servizio di gestione.
- Entrate proprie, c’è il Grande fratello. Visto che il Comune fa fatica ad incassare (anche le multe, che restano una voce consistente nel bilancio dell’Ente), si chiederà aiuto alle tecnologie informatiche per agevolare i cittadini virtuosi e soprattutto stanare i “furbetti”. Il nuovo Grande fratello per la riscossione di chiama “PagoPA”. Ma un occhio in più, lo si avrà anche nei confronti dei creditori pubblici.
Nuovi indirizzi in materia di entrate e spese correnti.
Infine, le linee guida salva-conti prevedono nuovi indirizzi in materia di entrata e di spesa. Tra i primi:
- Istituzione del canone concessorio non ricognitorio (entrata patrimoniale) da applicare ai soggetti titolari di concessione per l’utilizzo del suolo e del sottosuolo delle pubbliche strade. Applicazione dal 2019 previa elaborazione ed approvazione di apposito Regolamento e censimento delle occupazioni esistenti;
- Riduzione delle entrate straordinarie derivanti da recupero evasione e da contravvenzioni al codice della strada utilizzate per il raggiungimento dell’equilibrio di parte corrente;
- Acquisizione di maggiori trasferimenti regionali per il Trasporto Pubblico Locale (mobilità alternativa): trattativa con la Regione per l’assegnazione di ulteriori risorse a valere sul Fondo regionale per il trasporto pubblico locale o in alternativa attivazione del contenzioso;
- Revisione delle tariffe dei proventi dei servizi a domanda individuale: Servizi cimiteriali per il nuovo forno crematorio.
Gli indirizzi per la parte di spesa sono:
- Spesa di personale: rimodulazione del piano triennale delle assunzioni e riorganizzazione della spesa per il personale a tempo determinato;
- Spesa corrente per acquisto di beni e servizi: rimodulazione delle previsioni riducendo selettivamente gli stanziamenti a fronte dei quali non sussistono obbligazioni già perfezionate;
- Spesa corrente per trasferimenti esterni: rimodulazione delle previsioni riducendo selettivamente gli stanziamenti non obbligatori;
- Adeguamento del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità iscritto nel bilancio preventivo;
- Revisione, d’intesa con i fornitori e nei limiti della normativa, dei tempi di pagamento delle forniture di beni e servizi.