Perugia

Perugia, cartelli “affittasi” in 7 alloggi su 10

Sono finiti i tempi in cui un solo posto letto ad uno studente si affittava a 300-350 euro al mese. Il calo degli universitari (25mila gli studenti persi a Perugia dal 2008, nonostante la ripresa degli ultimi anni) e la crisi economica, che ha spinto i fuori sede provenienti dalle altre città della regione o dalle aree limitrofe ad essere pendolari, hanno ridotto le rendite dei proprietari di appartamenti.

I dati di Confedilizia sono impietosi: a Perugia 7 alloggi su 10, tra quelli non abitati stabilmente, sono sfitti. Parliamo di circa 3mila appartamenti con il cartello “affittasi” alla porta, a cui se ne aggiungono – è sempre la stima di Confedilizia – 6.500 nuovi e che non risultano venduti. Immobili sui quali, comunque, i proprietari pagano le tasse, anche salate, perché senza l’esenzione riservata alla prima casa. A Perugia, secondo l’associazione che tutela gli interessi dei piccoli proprietari, circa il 20% degli immobili dove si paga l’Imu risultano sfitti.

Un fardello, dunque, più che un’opportuna di reddito per arrotondare lo stipendio o la pensione. Perché accanto a coloro che hanno acquistato un immobile a Perugia per investimento, ci sono anche le famiglie che lo hanno ereditato dall’anziano parente deceduto e che non hanno avuto la possibilità di venderlo.

Certo, alle statistiche sfugge il “nero”, fenomeno sempre piuttosto diffuso in città, anche se non più dilagante come un tempo, grazie ai maggiori controlli e alle norme che hanno introdotto sgravi fiscali, come nel caso della locazione a canone concordato. Una modalità, quella del canone concordato, che secondo i dati in possesso di Confedilizia è stata scelta per circa la metà degli 11.980 contratti di locazione che risultano regolarmente registrati. Un numero al quale, comunque, va aggiunto quello degli affitti in “nero”, pur in calo come detto, ma difficile da determinare.

I canoni di locazione hanno risentito della minore domanda da parte di studenti, professionisti e nuovi residenti e della contemporanea maggiore disponibilità di appartamenti vuoti. Anche se, nell’ultimo anno, secondo l’indagine condotta dall’Ufficio studi di Tecnocasa, i prezzi di locazione a Perugia sono tornati a crescere:

  • +1,4% per i monolocali,
  • +0,4% per i bilocali e
  • +2,4% per i trilocali.

Quanto alle singole aree, escludendo l’acropoli (non rilevata dall’Ufficio studi) i prezzi di locazione dei bilocali variano dai 250 a Ponte Felcino ai 350 euro per un immobile delle stesse dimensioni a Case Bruciate e Santa Lucia.

Mentre per i trilocali, sempre considerando le aree periferiche e semiperiferiche, le quotazioni restano più alte a Case Bruciate, Ferro di Cavallo, Madonna Alta, Ponte San Giovanni e San Sisto (400 euro in media), Santa Lucia (450 euro) e Montevile (480 euro).

Prezzi più a buon mercato a Cenerente, Ponte Felcino ed Elce (300 euro), con il calo registrato in quest’ultima zona dovuto proprio alla più scarsa presenza di studenti universitari rispetto a dieci anni fa.

Lo spostamento dell’ospedale e dell’annessa facoltà di Medicina hanno fatto alzare i canoni di affitto a San Sisto, dove per un monolocale si chiedono in media 250 euro, 350 per un bilocale e 450 per un trilocale. Effetto opposto a Monteluce, dove i prezzi medi rilevati sono scesi, rispettivamente, a 200, 300 e 380 euro. Qui, secondo quanto denunciato da Confedilizia, la crisi del mercato delle locazioni spingerebbe il 15% dei proprietari di alloggi non prima casa a non pagare le tasse dovute.

Interessante, inoltre, il confronto con i prezzi riportati nel Listino immobiliare della Camera di commercio di Perugia, che registra i canoni dichiarati ufficialmente. Qui i bilocali risultano allocati a un prezzo che va dai 200 ai 300 euro in centro, mentre in periferia si possono trovare anche a 250 euro. Per i trilocali in centro (non di pregio) il canone varia dai 250 ai 400 euro, mentre in semicentro si possono risparmiare 50 euro sul prezzo massimo, che in periferia e semiperiferia scende a 300 euro.

Alloggi più grandi (4 o 5 vani) si possono affittare in periferia anche a 300-350 euro, fino a un massimo di 400 euro. Nella fascia semicentrale il canone può salire fino a 450 euro, mentre nel centro storico il prezzo più alto può toccare anche i 500 euro al mese. Prezzi che, avvertono dalla Camera di commercio, per gli alloggi ammobiliati possono lievitare anche del 30%.