Sette come i giorni della creazione, come i nani, come i vizi capitali e come un sacco di altra roba. Ma sebbene di “peccati” Perugia ne stia scontando parecchi, dopo la sconfitta a Capitale Europea della Cultura e quella a Capitale Europea dei Giovani il premio di consolazione c’è, e nemmeno di poco conto. Perugia è rientrata infatti lo scorso ottobre nella Top Ten del rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24.
E come se non bastasse almeno in questa di classifica la città del Grifo ha battuto Matera che si è piazzata ad un lontanissimo 51esimo posto. Come a dire, non è per prendersi una rivincita, ma una piccolissima soddisfazione ci sta tutta. Per quello che vale si intende! E si perchè ad un lettore smaliziato non può non saltare all’occhio la incongruenza della statistica nazionale con i giudizi internazionali. Da una parte schifati, dall’altra quasi osannati. Mah!
Sono così lontani i tempi in cui un blasonato giornalone italico della carta stampata strillava “Perugia come Gotham city”. Lo confessiamo, all’epoca la cosa ci fece girare un pò i cosidetti perchè il giornalone in questione è di quelli che ci campano sulle disgrazie altrui. Un pò come se il conte Vlad Dracul protestasse sull’inutilità della Banca del Sangue. Serve, serve! Ma da qui a passare direttamente al Giardino delle delizie ci corre ancora qualche sacca di plasma in più. In medio stat virtus, o forse la verità. E la verità è che Perugia è una città di provincia come altre che vive il suo tempo e che non ha senso appendere a gloriosi passati ne a futuri radiosi. Ci si potrebbe già accontentare molto se riuscisse a mantenere salda la coesione sociale, il valore etico di collettività di uomini e donne. E oltretutto se si candida a qualcosa, ecco arrivare anche la sfiga spaziale. Il resto è noia, bla bla politici e fuffa progettuale generalizzata e organizzata, dove comitati di onirici sapienti spiattellano soluzioni al calor bianco che annegano in aperitivi sbiaditi corretti al Varna…elli o in conferenze stampa comiche e senza pudore in cui si brinda a “sciampagna”.
IL RAPPORTO COMPLETO DI LEGAMBIENTE
Ma vediamola la classifica delle città dove si vive meglio. Ad aprire la lista gloriosa è Verbania, seguita da Belluno, poi Bolzano, Trento e Pordenone. Al sesto posto segue L’Aquila, poi arriva Perugia con il suo più che soddisfacente settimo posto, a seguire Oristano, La Spezia e Venezia. Gli ultimi posti in classifica sono occupati da Reggio Calabria, Catanzaro, Messina, Crotone, Isernia e infine Agrigento.
Quest’anno, sono stati 18 gli indicatori selezionati per confrontare tra loro i 104 capoluoghi di provincia italiani. Tre indici sulla qualità dell’aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre sulla gestione delle acque (consumi, dispersione della rete e depurazione), due sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull’offerta, il secondo sull’uso che ne fa la popolazione), cinque sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali), uno sull’incidentalità stradale, due sull’energia (consumi e diffusione rinnovabili). Quattro indicatori su diciotto selezionati per la classifica finale (tasso di motorizzazione auto, tasso di motorizzazione moto, incidenti stradali e consumi energetici domestici) utilizzano dati pubblicati da Istat. Nel complesso, l’inquinamento atmosferico resta ancora a livelli di emergenza. In particolare, aumentano le situazioni critiche nei comuni più grandi. Per il biossido di azoto (NO2), Trieste, Milano, Torino e Roma fanno registrare valori oltre i 50 μg/mc. Le politiche urbane sulla mobilità, uno tra i principali fattori di pressione sulla qualità dell’aria, non sembrano ancora portare i risultati sperati.
Prendiamoci una rivincita, Matera fa acqua da tutte le parti. Il dato sulla dispersione dell’acqua conferma un panorama molto variegato: si passa dall’8% di Foggia al 77% di Cosenza. Ancora oggi in 52 città più del 30% dell’acqua immessa nella rete viene dispersa; in 19 le perdite sono addirittura superiori al 50% (Bari, Como, Chieti, Matera, Messina, Palermo, Massa, Rieti, Gorizia, Catanzaro, Salerno, L’Aquila, Vibo Valentia, Potenza, Sassari, Latina, Ragusa, Frosinone, Cosenza).
A passarsela meglio sono città medio-piccole, soprattutto del nord Italia. Anche se tra le prime 10 in classifica troviamo ben tre città del centro: Oristano, L’Aquila e Perugia. Prima in assoluto è Verbania che colleziona buone performance negli indicatori più significativi, a cominciare da quelli sull’inquinamento atmosferico. Seconda è Belluno: buoni risultati negli indici legati all’inquinamento atmosferico, ai rifiuti e a parte della mobilità. E’ seconda dietro a Oristano nella graduatoria della produzione procapite di rifiuti con 383,8 chili per abitante all’anno e si attesta al 70,6% di rifiuti raccolti in maniera differenziata. Sul podio anche Bolzano: seconda assoluta nella classifica dedicata alle polveri sottili, balza dal 46% di raccolta della scorsa edizione all’attuale 54,8%. Trento si piazza al quarto posto, grazie alle basse medie delle polveri sottili e al buon binomio totale di rifiuti raccolti-percentuale di raccolta differenziata. Per quest’indice è addirittura terza con il 70,9% di Rd, dietro solo a Pordenone e Verbania. Conquista inoltre il primo posto per consumi elettrici annui procapite: con 896 kWh/abitante è il capoluogo che consuma meno.
In coda alla graduatoria ci sono Crotone (102), Isernia (103) e Agrigento (104), che collezionano una lunga serie di “nd” negli indici più significativi della ricerca e dove rispondono evidenziano performance molto poco brillanti. A Crotone sono appena 3 i viaggi l’anno effettuati dagli abitanti sugli autobus, 0,02 i metri quadrati di superficie pedonale a disposizione di ogni residente, il 16,6% i rifiuti raccolti in modo differenziato. Isernia dichiara l’8,0% di rifiuti raccolti in maniera differenziata, 71 auto ogni 100 abitanti, zero metri equivalenti di strada destinata ai ciclisti, zero potenza installata da solare termico e fotovoltaico su edifici comunali. Agrigento, assieme a Cosenza e Caserta, ha inviato informazioni inferiori al 50% del totale dei punti assegnabili.
E se tanto mi da tanto, aspettiamoci che il CIO, ovvero Comitato Olimpico Internazionale, vista la faccenda, stabilisca che le prossime olimpiadi si terranno a Isernia, mentre Crotone concorrerà con Agrigento a sede ufficiale per il prossimo G20.
Ma mi facci il piacere!
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