Sbarca in mattinata a Palazzo Cesaroni un quesito che tanto ha reso vivo il dibattito, culturale e non, degli ultimi mesi a Perugia. Dopo la nomina a Capitale della Cultura italiana per il 2015 e l’arrivo nelle casse di Palazzo dei Priori dal Mibact del famigerato milione di euro, i consiglieri Rometti (Psi), Leonelli e Solinas (Psi) chiedono all’assessore Cecchini come la giunta Romizi, e nello specifico l’assessorato di Maria Teresa Severini, abbia speso questa importante cifra. Nell’occhio del ciclone resta ancora la rievocazione storica dal nome “Perugia 1416”, dedicata alla figura di Braccio Fortebracci, fortemente voluta dall’assessorato di Palazzo Penna, alla cui ideazione hanno lavorato alacremente esperti, storici e associazioni locali. Un Community Drama, nella forma di sfilata-palio, a cui vanno 70mila euro, e che punta alla riqualificazione artistica, economica e urbana.
Nulla di tutto ciò era effettivamente stato inserito all’interno del progetto originario per la candidatura di Perugia a Capitale Europea per il 2019, nel quale si parlava di “Seeding change“, recupando gli spazi abbandondati della città per renderli luoghi di aggregazione e di rilancio sociale e culturale. “L’Amministrazione perugina ha ignorato i progetti elaborati dalla Fondazione, attuando una scelta discrezionale e non partecipata, ipotizzando una serie di interventi culturali completamente diversi, senza coinvolgere in alcun modo i soggetti che avevano promosso la candidatura e ottenuto il titolo di Capitale italiana della cultura“, hanno detto Leonelli, Solinas e Rometti.
Parola all’assessore Cecchini – “A me sfugge oggi in che modo siano stati investiti questi fondi“, ha detto l’asessore regionale alla Cultura e al Turismo, Fernanda Cecchini. “Ma l’autonomia dell’amministrazione comunale di Perugia va rispettata. La Regione aveva partecipato fin da subito alla Fondazione mettendo a disposizione 600mila euro e questi sono stati propedeutici alle iniziative che hanno portato Perugia a capitale italiana della cultura. Mi pare che le risorse non siano state spese nello spirito richiamato dell’interpellante per dare seguito al lavoro fatto dal 2011 a oggi. Sarà mio impegno confrontarmi con il Comune di Perugia per cercare di portare avanti il lavoro insieme e capire per quali iniziative siano state utilizzate le risorse, anche nell’ottica di un buon vicinato“.
Ma per Leonelli non basta: “nessuno accusa il Comune di Perugia di essere scappato con il bottino“, ha risposto a Cecchini. “Certo un maggior rispetto istituzionale la Regione se lo sarebbe aspettato. Anche perchè il milione di euro è un ‘premio di consolazione’ raggiunto anche grazie al contributo regionale. Sarebbe stato rispettoso e utile decidere insieme come investire quel premio. Nel rispetto dell’autonomia dell’amministrazione perugina, va verificata la spesa“.
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