L’ azione politica per evitare che sia istituito il pedaggio sul raccordo Perugia – Bettolle entra nella sua fase operativa e prende la via di Roma. Il documento prodotto dal Comune di Perugia, fatto proprio e sostanzialmente condiviso dalle Amministrazioni comunali i cui territori sono interessati dal tracciato, è stato presentato oggi, in una riunione che si è svolta a Palazzo dei Priori, alle forze imprenditoriali e di categoria, che già avevano espresso la loro netta contrarietà al pedaggio anche con azioni di protesta come quella dei “tir lumaca”.
Il prossimo passo sarà quello di individuare un percorso, insieme ai parlamentari umbri che hanno già offerto la propria disponibilità, per incontrare a Roma, in tempi ragionevolmente brevi, il ministro Matteoli, gli organi parlamentari (in particolare, i presidenti delle commissioni competenti) e i vertici dell’Anas. La riunione è stata convocata dall’ assessore alle infrastrutture del Comune di Perugia, Ilio Liberati, e vi hanno partecipato sindaci e rappresentanti dei Comuni dell’ area del Trasimeno, nonché le associazioni di categoria e imprenditoriali. Presenti i primi cittadini di Tuoro e Passignano, gli assessori di Castiglione del lago, Corciano, Sinalunga (che ha riferito dell’ adesione alla protesta della Provincia di Siena). Il sindaco di Tuoro ha portato l’ adesione del sindaco di Cortona, pur fisicamente assente all’ incontro. C’erano anche i rappresentanti di Confcommercio, Confindustria, Confapi, Federalberghi, Confesercenti, Cna. Liberati ha riassunto le ragioni della protesta ed ha soprattutto insistito sul metodo della mobilitazione. Ha ricordato l’ultimo incontro dei sindaci a Tuoro lo scorso 30 luglio, e la decisione di elaborare una bozza di documento da sottoporre alle associazioni di categoria ed ai vari consigli comunali. Liberati ha anche ricordato i principali problemi ancora aperti in materia di grandi infrastrutture, il nodo di Perugia in particolare, ed ha ribadito che “il no al pedaggio non è una battaglia ideologica ma serve a salvaguardare il sistema economico e sociale di questa parte dell’ Umbria”. Adesione sia al merito e ai contenuti del documento, sia al metodo sono state rappresentate da tutti i partecipanti, che hanno sottolineato come il pedaggio produrrebbe danni rilevanti ad un territorio che già deve fare i conti con gli effetti della crisi. Nel documento, le amministrazioni comunali “esprimono preoccupazione, contrarietà e protesta per quanto riguarda l’ipotesi di pedaggiamento. I Comuni si affiancano alla Regione Umbria, alla Regione Toscana, alle Province, alle forze economiche e sociali nel rifiuto di un ticket che arrecherebbe grave danno alle comunità da loro amministrate”.
La posizione dei Comuni è che “il pedaggio risponde esclusivamente all’ intenzione di fare cassa, nel mentre provocherebbe ai territori attraversati ingenti danni dal punto di vista economico, turistico, ambientale, trasportistico”, e la conclusione è che “ il pagamento del raccordo suona come una inaccettabile penalizzazione in una parte della regione da sempre alle prese con una sostanziale inadeguatezza delle infrastrutture viarie di grande comunicazione, che ne determina un dannoso isolamento. Questa parte dell’ Italia ha bisogno che si metta finalmente mano ai progetti da tempo esistenti, non che si pongano balzelli per strade vecchie ed inadeguate”.