Si facevano chiamare Sami, per i clienti erano una sola persona, non importa chi dei due fratelli rispondesse alla chiamata per la droga, chi tra i due non si trovava in carcere o in un Cie rispondeva e andava all’appuntamento, di morte. Si, perchè secondo le indagini dei carabinieri di Assisi, coordinati dal sostituto procuratore Michele Adragna, T.A. e T.M. hanno venduto le dosi letali che nel 2012 hanno stroncato tre persone, una al mese da settembre a novembre a Perugia, Orvieto e Narni. Ma la cocaina, nel primo caso (decesso avvenuto a Perugia) e l’eroina negli altri due erano state acquistate in piazza del Bacio dai due fratelli. Le indagini sono partite dalla testimonianza di due amiche che avevano accompagnato il primo deceduto ad acquistare la dose.
Da li si è ricostruita anche la seconda cessione fino all’intercettazione chiave di una telefonata tra un assuntore e l’utenza telefonica dei due pusher “tanto se mi fermano io dico tutto e dico che sei anche il responsabile della morte per overdose di novembre”. E così il quadro si è configurato in maniera chiara, tanto da far scattare gli arresti: Nel corso delle intercettazioni è emerso che il tossicodipendente orvietano avrebbe svolto funzioni di piccolo “corriere” per conto dei due fratelli maghrebini, e nel corso di un diverbio, minacciò appunto di denunciare in relazione alla morte del suo concittadino. Lui stesso, poi, è morto per overdose, ma su questo decesso non sono emersi elementi a carico degli indagati, al contrario delle altre tre morti, sulle quali i carabinieri hanno raccolto elementi di prova con riconoscimenti fotografici e intercettazioni telefoniche.
Tutti i particolari sono stati spiegati questa mattina in conferenza stampa dal comandante della compagnia dei carabinieri di Assisi, Marco Sivori che ha portato avanti le indagini. Nell’appartamento dei due fratelli, durante la perquisizione è venuto fuori di tutto, dal materiale per il confezionamento delle dosi fino al binocolo con cui piazza del Bacio veniva tenuta sotto controllo dai due spacciatori prima di scendere per effettuare lo scambio con il cliente. Sprezzanti dell’attività, con alias infiniti per confondere le acque continuavano nonostante gli arresti a portare avanti la loro attività di spaccio.
Su di loro adesso pesano le accuse di aver causato i tre decessi a seguito di altro reato, oltre al concorso e al reato di spaccio. Gli accertamenti, coordinati dal pm Michele Adragna, erano cominciati seguendo un gruppo di persone note come tossicodipendenti che da Bastia Umbra andavano a rifornirsi nel capoluogo umbro. Dagli accertamenti medico legali – è stato spiegato – è emerso che un tossicodipendente 34enne di Orvieto e uno 38enne di Narni erano morti per aver assunto eroina, mentre un medico perugino, di 38 anni, sarebbe stato stroncato da un’overdose di cocaina.