La Perugia-Ancona rischia di essere l’ennesima opera incompiuta. A lanciare l’allarme è il consigliere regionale Andrea Smacchi, dopo la decisione dell’impresa appaltatrice Astaldi di aprire le procedure di licenziamento per 59 dipendenti operanti nei cantieri presenti in questo tratto viario. Decisione, spiega l’esponente Pd, motivata con l’impossibilità di procedere con i lavori, in quanto al Cipe non sono ancora stati discussi ed approvati i finanziamenti. Questo ha generato un grande malcontento nei lavoratori coinvolti, i quali hanno dichiarato, per voce dei propri rappresentanti sindacali, lo stato di agitazione e richiesto un incontro urgente con la Astaldi e l’intervento dei vertici regionali marchigiani. Nel frattempo la Società Quadrilatero ha proposto alla Astaldi il reintegro delle maestranze, perché è di prossimo avvio un cantiere per la realizzazione del tratto che va da Matelica a Castelraimondo. Tratto per il quale il progetto è già stato approvato e ci sono risorse disponibili per 90 milioni di euro.
“Ad oggi però – afferma Smacchi – la situazione risulta bloccata. I lavori nei cantieri nel tratto Fossato di Vico-Cancelli risultano interrotti, provocando gravi ritardi nel completamento dell’opera“. Con inevitabili disagi, perché questo tratto di strada si percorre ora solo a senso unico di marcia, con un limite di 40 km orari. Al punto che molti, dalle Marche all’Umbria, preferiscono passare per la SS77.
“Stiamo parlando si un asse stradale importante per l’Umbria e per le Marche – sottolinea Smacchi – per il transito commerciale quanto per quello turistico“. Per questo ha presentato un’interrogazione chiedendo di fare chiarezza su questa vicenda e di conoscere quali azioni sono poste in essere per uscire da questa ennesima grave impasse. “Ritengo necessario e quanto mai opportuno – conclude Smacchi – conoscere i termini di questa complessa e controversa situazione, al fine di scongiurare l’ipotesi di un non completamento di un’opera infrastrutturale fondamentale per il superamento dello storico isolamento delle aree interne e il sostegno allo sviluppo economico, industriale, turistico e culturale di due regioni“.