Cronaca

Perugia, abrogata la figura del consigliere comunale straniero

Il consigliere straniero nei banchi del consiglio comunale di Perugia non esisterà più. L’istituzione di questa figura nelle sedute a palazzo dei Priori è stata per la città “un passo avanti in materia di integrazione e che – come spiegano i consiglieri del Pd Bistocchi e Bori – rispondeva con sensibilità al crescente bisogno di riconoscimento di nuove esigente e di nuovi portatori di diritti“. Durante la seduta di lunedì del Consiglio comunale, la maggioranza di centrodestra ha abrogato l’articolo 24 dello Statuto del Comune di Perugia che prevedeva, appunto, la figura del consigliere straniero aggiunto, sopprimendola così in modo definitivo, come proposto da un ordine del giorno presentato dalla Lega Nord.

L’atto, che non aveva raggiunto, nelle precedenti votazioni, la maggioranza qualificata richiesta dei due terzi, è stato approvato con 17 voti favorevoli e 8 contrari, raggiungendo la maggioranza semplice.

Una figura, secondo il proponente il consigliere leghista Michelangelo Felicioni, che ha diritto di parola durante le sedute ma non ha diritto di voto e non concorre a formare il numero legale. Pertanto, appare un istituto inutile, mentre sarebbe più opportuno e naturale che la discussione delle tematiche attinenti le comunità straniere avvenga in sede di Consulta.

Tale modifica – spiega Felicioni – non è volta a discreditare o discriminare in nessun modo tale figura ma a  regolarizzarne l’aspetto istituzionale”. Inoltre, con tale provvedimento, “si avvierà nella consulta degli stranieri idonea, quel percorso culturale e d’integrazione che la città e i suoi cittadini stranieri, integrati e regolarizzati, meritano nel rispetto della Costituzione dei diritti e doveri di cittadinanza”.

Una cancellazione – continuano i giovani consiglieri dem – che risponde solo a logiche partitiche e che risulta particolarmente inopportuna se inquadrata in un contesto di tensioni internazionali, che oggi più che mai ci obbligano a trattare temi così delicati con la massima serietà, soprattutto da parte di chi ha responsabilità di governo”.

Secondo Bistocchi e Bori la scelta di abrogare la figura del consigliere straniere sarebbe un’azione del tutto strumentale “che tradisce una sensibilità politica completamente distante dal sentire comune dei perugini e dall’atteggiamento di apertura, di dialogo e di confronto che la città ha sempre dimostrato e alla quale il sindaco Romizi ha assistito inerme e silenzioso, avallando di fatto la richiesta di una forza politica necessaria alla maggioranza, tanto da dettare scelte amministrative così determinanti per l’azione di governo”.