La Regione tende la mano a Perugia 1416 ed è pronta ad unirsi ai soci sostenitori. A dirlo l’assessore alla cultura Fernanda Cecchini che, in una nota stampa, ha spiegato come l’evento Perugia 1416 rappresenti un’occasione importante per la rivitalizzazione culturale, sociale ed economica del capoluogo di regione. “Tale decisione – spiega l’assessor regionale – è maturata nell’ambito dell’Amministrazione della città di Perugia e ha trovato l’adesione dell’Università degli Studi di Perugia, dell’Università per Stranieri, dell’Accademia di Belle Arti, del Conservatorio ‘Morlacchi’ e di altre istituzioni e associazioni cittadine. Ritengo doveroso aggiungere a queste adesioni quella della Regione, che è pronta a entrare nell’associazione che si è costituita per il sostegno della manifestazione“. Non solo il benestare alla rievocazione storica, ma la Cecchini, rende noto di avere comunicato tale disponibilità all’assessore alla Cultura del Comune di Perugia, presidente dell’associazione, e che porterà all’attenzione della prossima seduta della Giunta regionale la formalizzazione dell’adesione della Regione.
Insomma, seppur con un po’ di ritardo rispetto ai perugini che si sono tuffati in uno dei dibattiti più caldi della città, anche la Regione ha espresso il suo parere sulla rievocazione storica.
“La Regione non ha promosso questo progetto, anche perché ritengo che non debbano essere le istituzioni a riscrivere la storia di Perugia, come di ogni altra città, e pertanto non condivido l’impostazione del dibattito scaturito attorno alla manifestazione – dice l’assessore – quando si affida a questa il ruolo di ricostruire l’identità del capoluogo di regione o di snaturarla. L’identità si rafforza impegnandosi per la riqualificazione e la rivitalizzazione degli spazi e dei luoghi per le attività culturali, per servizi che favoriscano la coesione e l’inclusione sociale, l’aggregazione dei cittadini. È su questi ambiti che preferisco concentrare l’attenzione: sulla funzione del rinnovato Turreno, sull’educazione culturale, le forme artistiche, con il coinvolgimento attivo dei ‘saperi’ che esprime Perugia e la nostra regione e di tutta la comunità, in particolare dei giovani, con progetti e una visione di insieme“.
“Al suo esordio – aggiunge – il progetto ‘Perugia 1416′ ha suscitato interesse e non solo contrarietà fra i perugini, chiamati ad esserne protagonisti. Siano loro a valutare se approfondire quel periodo storico e favorirne la conoscenza è utile e confacente a Perugia. Se la faranno propria, ed è già alto il numero di istituzioni culturali e associazioni che si sono aggiunte al gruppo dei fondatori, potrà caratterizzarsi come iniziativa di aggregazione sociale e valorizzazione urbana. Con questi presupposti la Regione – conclude l’assessore Cecchini – è pronta a dare il suo sostegno al progetto di Perugia 1416 così come sostiene, con le modalità previste dalla specifica legge regionale e purtroppo con scarse risorse finanziarie a disposizione, le manifestazioni che sono espressione del patrimonio culturale e storico della comunità regionale“.
Leonelli. All’ok dell’assessore Cecchini sulla rievocazione storica non tarda ad arrivare la risposta del segretario da Giacomo Leonelli. Sul suo profilo Facebook, Leonelli pubblica una sua foto vestito con gli abiti della Quinatana di Foligno e commenta: “Vi dirò da perugino cosa penso di #Perugia1416. Premessa: come dimostra la foto, non sono contrario alle rievocazioni storiche. Anzi, è stato un piacere sfilare (…con miss Italia, peraltro…) alla Quintana di Foligno. Le perplessità a mio avviso in questo caso sono 3. Innanzitutto c’’è chi dice “tutti ce l’hanno!…Foligno, Gubbio, Narni, Siena, Ascoli…”. Ecco, al di là che in questi casi parliamo di manifestazioni storiche, c’è un problema: Perugia, con tutto il rispetto per le città sopra elencate, non deve paragonarsi a queste: sia per numero di abitanti (è almeno il doppio della più grande), sia per ruolo. Perugia è capoluogo di regione: dovrebbe prendere a riferimento Firenze, Bologna, Ancona ecc.ecc. (che guarda caso tendenzialmente, a parte casi isolati e dalla centralità molto minore rispetto a quella che qui si vorrebbe dare, non hanno manifestazioni di questo tipo). E giocare quindi una partita diversa, aperta all’Europa e al futuro, anziché guardarsi allo specchio in una rievocazioni storica un po’ posticcia e per lo più di un paio di giorni”. Leonelli continua con il secondo punto: “La cultura storica che c’è dietro. Evidentemente non mi appartiene: il 1416 segna la fine dell’età comunale, l’inizio della Signoria e il preludio al dominio dello Stato Pontificio. C’è da festeggiare ? Mah…a me non pare. Però se poi vedo che a parte il mio amico Leonardo, tutto il resto del comitato è composto da candidati non eletti a sostegno della coalizione di centrodestra, capisco che su questo è normale non essere sulla stessa lunghezza d’onda, e democraticamente ne prendo atto”. “Terzo punto – continua il segretario- i costi: troppa poca chiarezza (a cominciare da quanto percepito dalla co-progettazione con la Regione di Perugia capitale europea) sui costi reali. E secondariamente la domanda sorge spontanea: non c’era proprio altro modo di impiegare quelle risorse (comunque ingenti) in un progetto strutturale che non si limitasse a richiamare in centro per due serate di giugno amici e parenti dei futuri figuranti ? Io sinceramente credo di si”. Leonelli, infine, conclude il suo post su Facebook “Detto ciò, l’auspicio è doppio: che la manifestazione riesca (perché io amo la mia città) e che chi si permette di sollevare delle critiche, a cominciare dalle tante associazioni civiche, e soprattutto perché si tratta di risorse pubbliche, non sia bollato come “gufo” sfascista. E in ultimo, il fatto che la Regione svolga un ruolo di sostegno/patrocinio (così come in altre centinaia di manifestazioni in Umbria) lo trovo istituzionalmente corretto. E già mi immagino cosa sarebbe successo ove questo non fosse avvenuto”.