Migliaia di euro al mese di incassi, una “piazza dello spaccio” sotto controllo e l'assistenza di un legale di Perugia per avere presunte dritte sulle retate della polizia. E' la storia di O., per anni spacciatore radicato nella zona di via XX settembre, che racconta alcune delle dinamiche che hanno portato a Perugia la triste fama di città della droga.
Fino a 12mila euro – “Ha vissuto qui per sei anni circa”, racconta una coppia di Perugia, entrambi sulla trentina, clienti abituali di O., oggi rientrato nella sua Giordania. “Una volta ci disse che arrivava a guadagnare fino a 12mila euro al mese. Vendeva solo hashish, ma aveva tantissimi clienti che lo chiamavano al cellulare e lo raggiungevano al bar dove passava la giornata (nei pressi di via XX settembre, ndr). Qualche volta lo vedevi spostarsi anche altrove, nei locali del centro, per fare consegne a domicilio”.
La storia di O. racconta il giro di soldi impressionante che si è creato intorno alla droga nel capoluogo umbro e che negli anni ha fatto da catalizzatore trafficanti, grossisti e tante nuove leve dello spaccio di strada. “Aveva il vantaggio di non consumare per uso personale né la droga né l'alcol, così tutto quello che guadagnava lo intascava pulito”, racconta la coppia, entrata nel tempo in confidenza con lo spacciatore. “Mandava tutti i mesi i soldi ai fratelli e alle sorelle nel suo paese, mangiava sempre fuori casa e comunque, una volta che lo arrestarono, trovarono in casa sua oltre diecimila euro in contanti”. “Il suo obbiettivo era mettere via abbastanza da viverci di rendita in Giordania e così ha fatto alla fine”, raccontano i due 'amici-clienti' del pusher.
Quando, circa un anno fa, O. ha lasciato definitivamente Perugia per tornare nel suo paese, ci sono volute solo due settimane prima che il bar che era divenuto la sua sede di spaccio fosse 'occupato' da tre nuovi spacciatori, alcuni dei quali ancora attivi in quella zona, attirati dal buon giro di clienti e di soldi. “Era meglio quando c'era O.”, racconta il gestore del bar, “almeno non dava fastidio. Questi sono anche molesti con la clientela”.
I complici – Secondo quanto riferito dalla coppia, lo stesso spacciatore ha confidato di aver avuto a “libro paga” per ogni mese della sua lunga permanenza a Perugia un avvocato e un commercialista.
“Ogni tanto spariva per settimane e quando tornava ci raccontava che gli era stato detto di allontanarsi per qualche tempo. Una volta ci disse che era il suo avvocato ad avvertirlo”, racconta F., uno dei due clienti, 30enne di Perugia. “Guadagnava così tanto che si poteva permettere di pagare tutti i mesi un commercialista e un avvocato, anche quando non gli serviva. In questo modo, non so come riusciva ad avere delle dritte in tempo utile su quando la polizia lo cominciava a tenere d'occhio, allora cambiava aria. Una volta rimase in Svezia per qualche mese prima di tornare”.
“Anche se lavorava sempre nello stesso bar, lo hanno preso solo una volta”, ha aggiunto F. “E comunque è rimasto dentro solo pochi giorni”.
(Francesco de Augustinis)
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