Un anno e otto mesi di reclusione è la condanna che il giudice del tribunale di Spoleto Augusto Fornaci ha pronunciato nei confronti di un uomo accusato di stalking e minacce contro la ex compagna, dalla quale non avrebbe mai accettato di separarsi. Minacce che sarebbero state perpetrate anche tramite una pistola e un taglierino, che in un’occasione l’uomo avrebbe puntato verso la donna per impedirle di abbandonare la casa dove fino a qualche anno fa vivevano insieme.
Ma l’incubo della poveretta non sarebbe affatto finito con la separazione. Telefonate a tutte le ore, appostamenti in auto, pedinamenti sotto casa e sul luogo di lavoro. Stando al racconto fornito in aula dalla presunta vittima, costituita parte civile nel processo, il suo ex compagno sarebbe passato più volte in auto sotto la sua abitazione mostrandole la pistola con fare minaccioso, mentre al telefono le avrebbe fatto ascoltare lo scatto del caricatore dell’arma.
Episodi per i quali il pubblico ministero Fernanda Cherubini ha aveva chiesto la condanna dell’imputato a quattro mesi di reclusione, portati dal giudice Fornaci a un anno e otto mesi dopo la camera di consiglio. L’avvocato di parte civile aveva chiesto inoltre un risarcimento danni pari a 20mila euro con una provvisionale immediatamente eseguibile di 5mila, aspetti questi che verranno trattati in sede civile.
Dal canto suo la difesa, sostenuta dall’avvocato Daniela Mannaioli, sembra pronta a ricorrere in appello, ‘forte’ anche della testimonianza resa dal Carabiniere che si occupò delle indagini e che sequestrò le armi in possesso dell’imputato. Stando alle parole di quest’ultimo la strada che portava l’uomo a passare sotto casa della sua ex era un passaggio obbligato per arrivare ad un campo di sua proprietà dove c’era una rimessa di attrezzi agricoli. Sarebbe difficile dunque dimostrare con certezza che quei passaggi fossero effettivamente ‘destinati’ alla donna.
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