Perché la Francia vuole Trinità dei Monti? Cosa sappiamo della nuova diatriba tra Parigi e Roma - Tuttoggi.info

Perché la Francia vuole Trinità dei Monti? Cosa sappiamo della nuova diatriba tra Parigi e Roma

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Perché la Francia vuole Trinità dei Monti? Cosa sappiamo della nuova diatriba tra Parigi e Roma

Ven, 13/09/2024 - 13:03

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(Adnkronos) - Nuova diatriba culturale tra Italia e Francia. Al centro del contendere, questa volta, è Trinità dei Monti, nota icona di Roma che affaccia sulla scalinata di piazza di Spagna. Il monumento è infatti menzionato in un recente rapporto della Corte dei Conti transalpina che critica la gestione delle cinque chiese francesi nella Capitale, attribuendo la proprietà dei suddetti beni a Parigi.  

Il patrimonio "immobiliare e spirituale" francese a Roma - che consta appunto di cinque chiese francofone e altri 13 immobili nel centro storico inclusa la splendida Villa Medici - à amministrato dai 'Pieux établissements de la France a Rome', istituzione posta direttamente sotto l'autorità dell'ambasciata di Francia presso la Santa Sede. L'affidamento delle cinque chiese di Roma all'istituzione francese che le gestisce è parte di accordi internazionali bilaterali tra la Francia e la Santa Sede. 

Il rapporto, pubblicato lo scorso 3 settembre dopo una visita a Roma dei magistrati della Corte dei Conti, analizza nel dettaglio la gestione dei 'Pieux Etablissements de la France à Rome et à Lorette'. 

Frutto di una serie di donazioni, alcune delle quali risalenti al Medioevo e istituite nel 1793 sotto il patrocinio del Cardinale de Bernis, i beni affidati all'organizzazione consistono in cinque chiese (Saint-Louis-des-Français, Saint-Yves-des-Bretons, Saint-Claude-des-Bourguignons, Saint-Nicolas-des-Lorrains e Trinité-des-Monts). Ma i Pieux Etablissements possiedono anche 13 edifici nel pieno centro storico di Roma, (tra cui Villa Medici) per un totale di 180 immobili in affitto, uffici, negozi e appartamenti con un valore di mercato stimato in 250 milioni di euro alla fine del 2010. Ogni anno generano un reddito di 4,5 milioni di euro, che viene utilizzato per il mantenimento delle chiese e della comunità religiosa di Saint-Louis e per generare surplus che, nel corso degli anni, si stima abbiano raggiunto la doppia cifra. 

Ma i magistrati non si sono fermati qui. Hanno anche sollevato una questione molto spinosa, quella del futuro del complesso di Trinità dei Monti, oltre 3 ettari nel centro di Roma attualmente occupati dai religiosi della Comunità Emmanuel, in base a un accordo tra la Francia di Carlo X e Papa Leone XII risalente al 1828. Il sito ospita attualmente due scuole pubbliche, tra cui l'Istituto Sacro Cuore, che "non soddisfano più le condizioni dell'accordo diplomatico originario" e che il rapporto raccomanda di lasciare libere entro il 2026. 

Un ultimo punto è quasi una dichiarazione di guerra. Il rapporto rischia di riaccendere un'antica disputa riaffermando la proprietà francese di uno dei monumenti più emblematici della capitale d'Italia: la scalinata di Piazza di Spagna, costruita all'inizio del XVIII secolo con fondi francesi e mantenuta fino alla fine del XX secolo dai Pieux Etablissements. "È necessaria una conferma del suo status giuridico", hanno sentenziato i giudici. 

 

(Adnkronos) – Nuova diatriba culturale tra Italia e Francia. Al centro del contendere, questa volta, è Trinità dei Monti, nota icona di Roma che affaccia sulla scalinata di piazza di Spagna. Il monumento è infatti menzionato in un recente rapporto della Corte dei Conti transalpina che critica la gestione delle cinque chiese francesi nella Capitale, attribuendo la proprietà dei suddetti beni a Parigi.  

Il patrimonio “immobiliare e spirituale” francese a Roma – che consta appunto di cinque chiese francofone e altri 13 immobili nel centro storico inclusa la splendida Villa Medici – à amministrato dai ‘Pieux établissements de la France a Rome’, istituzione posta direttamente sotto l’autorità dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede. L’affidamento delle cinque chiese di Roma all’istituzione francese che le gestisce è parte di accordi internazionali bilaterali tra la Francia e la Santa Sede. 

Il rapporto, pubblicato lo scorso 3 settembre dopo una visita a Roma dei magistrati della Corte dei Conti, analizza nel dettaglio la gestione dei ‘Pieux Etablissements de la France à Rome et à Lorette’. 

Frutto di una serie di donazioni, alcune delle quali risalenti al Medioevo e istituite nel 1793 sotto il patrocinio del Cardinale de Bernis, i beni affidati all’organizzazione consistono in cinque chiese (Saint-Louis-des-Français, Saint-Yves-des-Bretons, Saint-Claude-des-Bourguignons, Saint-Nicolas-des-Lorrains e Trinité-des-Monts). Ma i Pieux Etablissements possiedono anche 13 edifici nel pieno centro storico di Roma, (tra cui Villa Medici) per un totale di 180 immobili in affitto, uffici, negozi e appartamenti con un valore di mercato stimato in 250 milioni di euro alla fine del 2010. Ogni anno generano un reddito di 4,5 milioni di euro, che viene utilizzato per il mantenimento delle chiese e della comunità religiosa di Saint-Louis e per generare surplus che, nel corso degli anni, si stima abbiano raggiunto la doppia cifra. 

Ma i magistrati non si sono fermati qui. Hanno anche sollevato una questione molto spinosa, quella del futuro del complesso di Trinità dei Monti, oltre 3 ettari nel centro di Roma attualmente occupati dai religiosi della Comunità Emmanuel, in base a un accordo tra la Francia di Carlo X e Papa Leone XII risalente al 1828. Il sito ospita attualmente due scuole pubbliche, tra cui l’Istituto Sacro Cuore, che “non soddisfano più le condizioni dell’accordo diplomatico originario” e che il rapporto raccomanda di lasciare libere entro il 2026. 

Un ultimo punto è quasi una dichiarazione di guerra. Il rapporto rischia di riaccendere un’antica disputa riaffermando la proprietà francese di uno dei monumenti più emblematici della capitale d’Italia: la scalinata di Piazza di Spagna, costruita all’inizio del XVIII secolo con fondi francesi e mantenuta fino alla fine del XX secolo dai Pieux Etablissements. “È necessaria una conferma del suo status giuridico”, hanno sentenziato i giudici. 

 

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