Si può trattare la costruzione del Centro islamico, che maschera evidentemente una Moschea, come fosse una pratica edilizia, così come hanno fatto le ultime Giunte di Umbertide? E’ questo il modo trasparente di trattare questioni di fondo che toccano il tessuto fondamentale della comunità, l’ordine pubblico e, soprattutto, di rispettare le opinioni dei cittadini?
A queste domande Umbertide Cambia cercherà di dare una risposta mercoledì 30 marzo, alle ore 21, al Centro Balducci di Umbertide nell’assemblea pubblica dal titolo “Centro Islamico, comunità locale, bene comune: per una cultura dell’incontro”.
“Spiegheremo, carte alla mano, – fanno sapere l’Associazione e il Gruppo consiliare Umbertide Cambia – da dove viene il progetto Centro culturale-Moschea, quali ragioni vi sono dietro una scelta che fa di Umbertide il riferimento regionale dell’islamismo. Soprattutto daremo voce ai cittadini per trovare soluzioni e alternative ad un’opera che stravolge l’intero assetto della Città. Con una chiara premessa e idea di fondo che ha guidato la nostra azione: la cultura dell’incontro, della quale ci facciamo portatori, ha bisogno di metter insieme libertà e sicurezza, nel rispetto dei valori costituzionali”.
“Noi non siamo contro qualcosa, – concludono i vertici di UC – ma per il potenziamento dei diritti dentro la cornice laica e repubblicana. Per questo è arrivato il momento, non più differibile, di un confronto anche con l’Associazione culturale islamica (che, sembra, si colleghi alla scuola “malichita”, una scuola giuridica di ispirazione conservatrice) per capire la sua conformità ai valori costituzionali e ai diritti umani. Del resto, in un dialogo culturale la prima questione è sapere con chi mi confronto e chi è l’altro. Purtroppo non ce l’ha detto né l’Amministrazione comunale né l’Associazione islamica di Umbertide. Incontriamoci dunque, e confrontiamoci per crescere insieme”.