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Per un punto Biancarelli perse il Consiglio | Casciari entra in Regione

Sembrava parlar chiaro la tanto contestata legge elettorale della Regione Umbria, LR 4/2015 nota anche come Umbricellum. Almeno sul conteggio dei voti rispetto alla soglia minima del 2,5% che ammette la partecipazione delle liste al Consiglio Regionale, in numeri proporzionali ai voti raccolti. Invece no.

Ne è dimostrazione la sentenza del TAR dell’Umbria, che con sentenza di ieri, 7 ottobre 2015, ha accolto il ricorso presentato da Carla Casciari, prima dei non eletti della lista PD, all’indomani della proclamazione della composizione dell’assemblea consigliare regionale da parte della Corte d’Appello di Perugia. In base alla decisione del tribunale amministrativo regionale il conteggio del 2,5% di soglia minima è stata infatti ricalcolata sulla base di una diversa interpretazione della stessa Legge Regionale. Nonostante il precedente parere della sopra citata Corte e del Ministero degli Interni, interpellato a ridosso del risultato elettorale. Vediamo come:

Così recita la Legge Regionale: “al riparto partecipano solamente le liste la cui cifra elettorale espressa in termini di voti validi nell’intera circoscrizione regionale sia pari o superiore al 2,5 per cento dei voti validamente espressi nell’intera circoscrizione 351.708 voti espressi per le sole liste o coalizioni

Così interpreta e ricalcola il TAR dell’Umbria: per “voti validamente espressi nell’intera circoscrizione” vanno considerate “le cifre elettorali delle coalizioni di liste e/o di liste non collegate” in aggiunta ai voti “ottenuti dai candidati alla presidenza della Giunta”, ossia 373.679 voti, ai sensi dell’art. 15 comma 6, della legge n. 108/1968 dello Stato. Ubi maior.

Cambiano i numeri dunque. Di poco. Si e no un punto percentuale, ma quel che basta a far ruotare la poltrona. Esce Giuseppe Biancarelli capolista di Umbria Più Uguale Umbria, lista di coalizione a supporto della presidente Catiuscia Marini ed entra Carla Casciari in forza al Partito Democratico, partito politico che passa così da 10 a 11 rappresentanti, oltre alla Governatrice.

Cambia anche la rappresentanza delle liste si minoranza all’interno del governo regionale e dunque una “adeguata” pluralità di voci in rappresentanza della coalizione, punto su cui ha fatto particolare leva la linea difensiva del consigliere Biancarelli, “tesi invero smentita (secondo la sentenza in oggetto ndr) dal chiaro quadro normativo di riferimento, laddove risulta invece particolarmente garantita la stabilità politico istituzionale della Regione nel corso dell’intera legislatura”.

I frutti dell’Umbricellum – La sentenza di ieri si inserisce in un contesto tutt’altro che consolidato. La legge elettorale, varata solo nel febbraio di quest’anno e sulla quale si è costituito l’attuale assetto del governo regionale dell’Umbria, è oggetto di un ricorso presentato al Tribunale amministrativo, a marzo, da M5S, Scelta Civica, Udc, Rifondazione Comunista, Gruppo Misto e la cui prima udienza, è prevista dopo un primo rinvio, al 4 di novembre prossimo.

Uno scenario che potebbe riservare ancora nuovi colpi di scena e cambi di tavolo, visto che lo stesso Biancarelli potrebbe decidere di ricorrere in appello per riconquistare il tanto conteso scranno.


Il testo integrale della sentenza del TAR che ammette Carla Casciari nel Consiglio della regione Umbria