Il 61,5% degli appassionati di gratta e vinci e scommesse sportive è malato di gioco. E’ quanto emerge dall’indagine della Commissione Bicamerale Antimafia secondo la quale in Italia, su un milione 300mila giocatori abituali, 800mila sono da considerarsi patologici, ovvero affetti da gap (gioco d’azzardo patologico), disturbo del comportamento caratterizzato da una forte dipendenza dal gioco che condiziona la vita del malato e le sue relazioni. Ma, nonostante il gioco d’azzardo sia in costante aumento (+220% dal 2004 al 2011) e pur potendo sfociare in patologia, il gap è ancora oggi sottovalutato.
Come fare per combatterlo? Con la prevenzione e l’informazione. Basterebbe infatti sapere che su 300mila gratta e vinci il 92% comporta vincite di 5-10 euro per smettere di acquistarli, o perlomeno, per ridurre la frequenza di gioco.
Ed è proprio per sensibilizzare la popolazione su una patologia tanto diffusa quanto sconosciuta che l’Istituto Prosperius Tiberino, il Comune di Umbertide, l’Asl 1 e l’Osservatorio per le Dipendenze hanno promosso il convegno “Gioco d’azzardo patologico: la cura oltre l’eccesso”, che si terrà venerdÏ 30 marzo alle ore 15 presso il Museo di Santa Croce di Umbertide.
L’iniziativa ha lo scopo di far conoscere la patologia e di riflettere sulle modalità di trattamento, anche in vista della prossima attivazione presso l’Istituto Prosperius di un percorso di riabilitazione rivolto a chi è affetto da gioco d’azzardo patologico.
“Il gioco d’azzardo costituisce una perdita per tutti – ha dichiarato il dottor Paolo Milia, responsabile dell’area neurologica dell’Istituto Prosperius nel trattamento del paziente Ë importante il lavoro biopsicosociale, che riguarda le sfere medica, psicologica e sociale, perchè la patologia può avere una matrice clinica, quindi Ë fondamentale che nel percorso di recupero sia incluso anche l’aspetto clinico e farmacologico”. “Il trattamento residenziale intensivo è la nuova frontiera nella cura del giocatore d’azzardo ha aggiunto il dottore Federico De Salvo, neuropsicologo dell’istituto Prosperius – che, seguendo un approccio biopsicosociale, riesce ad accedere a tutti gli ambiti esistenziali del paziente, grazie ad uno stile terapeutico di tipo cognitivo comportamentale integrato con il quale non si cura soltanto la patologia in quanto tale ma si favorisce anche il reinserimento funzionale del soggetto nel proprio ambiente di vita”.
Il convegno rientra tra le strategie di prevenzione mirate ad affrontare tematiche delicate come quelle delle dipendenze, in questo caso dal gioco d’azzardo che, nonostante sia una vera e propria patologia, non è ancora percepito come tale – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Umbertide Stefania Bagnini. La prevenzione parte dall’informazione ed è grazie all’informazione che è possibile acquisire gli strumenti necessari per stare alla larga dai pericoli .
Il convegno si aprirà con i saluti del sindaco di Umbertide Giampiero Giulietti, dell’assessore alle Politiche sociali Stefania Bagnini, del direttore dell’Asl 1 Andrea Casciari e del direttore sanitario dell’Istituto Prosperius Marco Caserio, a cui seguirà l’intervento del dottore Paolo Milia, responsabile dell’area neurologica dell’Istituto, che in qualità di moderatore introdurrà il tema Gap: perchè la cura oltre l’eccesso .
Il convegno entrerà nel vivo con la relazione del dottor Norberto Pentiricci, direttore del Dipartimento dipendenze dell’Asl 1 e direttore del comitato scientifico dell’Osservatorio per le Dipendenze, che, con la relazione Gioco d’azzardo patologico: l’epidemia strisciante , affronterà dal punto di vista sociologico la patologia del gioco d’azzardo, intesa non più come vizio ma come epidemia per l’alto numero di persone coinvolte; seguirà l’intervento del dottor Fabio Lucchini, coordinatore del team psicoterapeutico Giocaresponsabile che parlerà di Gap: una domanda, mille dubbi . Con il dottor Federico De Salvo, neuropsicologo dell’Istituto Prosperius, si entrerà nel vivo delle possibili modalità di trattamento del gap, ed in particolare del trattamento residenziale intensivo, a cui seguir‡ il focus del dottor Francesco Artegiani, psicologo, sulla terapia di gruppo che favorisce la condivisione del problema ed aumenta la motivazione al cambiamento, dimensione centrale nel recupero del giocatore patologico.