Superare le difficoltà economiche provocate dal Coronavirus sviluppando un progetto di “Città parco”. In attesa di chiarire se il Comune di Spoleto possa investire risorse del proprio bilancio per allentare la pressione fiscale (ad oggi sospesa) o supportare con altre misure le categorie più in difficoltà, si pensa a come poter ripartire nei prossimi mesi.
Il piano per il futuro della città di Spoleto lo ha presentato questa mattina il sindaco Umberto de Augustinis durante una conferenza stampa in Municipio (rigorosamente con mascherine e distanziamento sociale). Nessun chiarimento sui conti economici dell’ente – “l’assessore Zucchelli è al lavoro per capire i margini del bilancio, considerando che con la sospensione delle tasse non abbiamo attualmente entrate” – ma la speranza è di ricevere finanziamenti a fondo perduto da ‘girare’ a chi è in difficoltà. Puntando poi a far ripartire l’economia anche attraverso i lavori pubblici.
Il primo cittadino ha voluto scrivere una lettera aperta alla città. Un decalogo che, dopo una analisi di come a Spoleto è stata affrontata l’emergenza per il Coronavirus, ricorda come la situazione sia “pericolosa per la tenuta economica del nostro sistema locale (e non solo) da sempre fragile/fragilissimo“. A cui si aggiunge la fase di ricostruzione post sisma dalla quale ancora non si è usciti. De Augustinis osserva quindi che “l’emergenza non crea né ricchezza né sviluppo“.
“A partire dall’estate 2020 – evidenzia il sindaco – bisogna essere ben consapevoli che nulla sarà uguale a prima. Nondimeno alcune parole avranno un valore chiave, quasi magico. Tra queste, “comunicazione”, “innovazione”, “ambiente” e, soprattutto, “salute”. Chi sarà in grado di impadronirsi presto di questi campi di intervento avrà assicurato un futuro. In questi settori, l’Umbria e, in particolare, Spoleto possono promuovere un’offerta adeguata e di grandi potenzialità”. Il primo cittadino ricorda quindi come a Spoleto i casi di contagio hanno avuto origine da focolai esterni, poi sviluppati in contesti domestici. Quindi ricorda che “la terra spoletana è una miniera perché costituisce il contesto di un modello di vita che può essere promosso e sviluppato in varie direzioni. Il modello Spoleto è suggestivo e proponibile in una nuova prospettiva di vita senza rinunciare alla modernità tecnologica”.
“Spoleto, per le sue dimensioni e la sua diffusività, – annuncia il sindaco – può essere oggetto di un piano, di un programma che definirei “Città – parco diffusa”, comprensiva di centro e frazioni. Con una cura migliore degli spazi verdi, con la valorizzazione del Monteluco e di molte altre aree, l’idea di coltivare tutte le risorse del settore è perfettamente coerente con un equilibrato sviluppo unificato sotto il concetto di promozione della vita salutare”. Per de Augustinis occorre dunque puntare sullo smart working attraendo nuovi residenti. E creando sinergie con la Valnerina.
“L’impostazione della città in termini di salvaguardia della salute – prosegue – considera il complesso delle crisi aziendali in atto a Spoleto per creare e sostenere una filiera che punti sui settori agroalimentari e connessi, ovvero che incoraggi le tecnologie non inquinanti coerenti col biglietto di presentazione della Città / parco. In tal senso andrebbero riprese in esame e sviluppate, ad esempio, le crisi Novelli (filiera agro alimentare d’eccellenza) e Pozzi (industria della mobilità alternativa come biciclette elettriche e monopattini elettrici, dei quali non è difficile immaginare la prossima diffusione in Italia ed all’estero), oltre che strumenti sanitari con modeste immobilizzazioni di capitali e facili conversioni (disinfettanti, mascherine etc. d cui non faremo presto a meno). Molti spazi si prestano perfettamente per lo stivaggio di materiali dai quali far partire un e-commerce, anche a marchio Spoleto perfettamente coerente col post COVID”.
“La Città – parco richiede almeno un istituto di cultura superiore. In tal senso si possono avviare da subito l’utilizzo di strutture comunali già in fase di restauro ed i contatti con chiunque sia interessato ad un modello di vita rassicurante per giovani, che punti alla qualificazione professionale e culturale. L’esperienza dei corsi online del Teatro lirico sperimentale, avviata in piena emergenza, è un interessante modello da sviluppare. Nella stessa direzione può lavorarsi sul progetto di un campus coordinato per la scuola dell’obbligo e non solo, e lo sviluppo delle professionalità dell’Istituto alberghiero”.
Altro capitolo è quello relativo ai lavori ed investimenti pubblici. “Spoleto dispone di un ragguardevole patrimonio immobiliare, perfettamente coerente col modello di Città / parco, che attende di essere recuperato dal post-terremoto e dalle ingiurie del tempo”. Dall’edilizia quindi può arrivare un importante impulso.
“L’Ospedale di Spoleto va considerato nel quadro di una distribuzione delle forze sanitarie in Umbria. Abbiamo seguito questo criterio nella gestione dell’emergenza. Può essere un presidio efficiente solo se altamente specializzato ed efficiente. Al momento, i settori di pediatria, chirurgia d’urgenza ed oncologia, ad esempio, hanno manifestato sforzi encomiabili che vanno rafforzati con ogni mezzo, emarginando qualunque ipotesi speculativa fine a se stessa, più perniciosa dei virus. La recente esperienza COVID ci ha insegnato che “facendo rete” ogni struttura può produrre molto più benessere che in un contesto concorrenziale. La stessa, tragica implosione del sistema sanitario lombardo deve servire per studio e riflessione”.
Un capitolo a parte nella lettera del sindaco de Augustinis lo merita il progetto di recupero dell’ex convitto femminile di piazza Carducci. Un’iniziativa dell’Inps inizialmente osteggiata dall’attuale Giunta.
“La Città – parco diffuso – evidenzia – deve essere un luogo tanto rassicurante da poter immaginare di passare un segmento della propria vita in una dimensione con aspetti di dettaglio, prima trascurati, ora sempre più valorizzati. I tentativi di creare strutture specializzate di alto profilo, come quella dell’ex Convitto femminile INPS, vanno incoraggiati ed accelerati nell’ottica di un buon impiego di fondi pubblici e di uscire dall’incubo e dalla pessima prova di molte RSA durante l’epidemia. Le residenze per anziani, il più delle volte titolari di redditi che li rendono autosufficienti, se di qualità eccellente, sono un segmento di futuro importante, specie in un’Italia fortemente invecchiata e alla ricerca di rassicurazioni”.
Quanto al tema della cultura, Umberto de Augustinis osserva che “il Festival e le altre istituzioni culturali vanno integrate nel nuovo concetto di Città / parco diffuso perché offrono un arricchimento di vita del tutto coerente col modello di vita “salutare” che esce dal post COVID19. In tale direzione, a parte i gemellaggi etc., il Festival (e non solo) deve mantenere una rete di programmazione condivisa con altre realtà non solo italiane, consentendo ad esse di accedere a manifestazioni programmate e prendendo parte, nel contempo, alle loro, anche con reciproco impegno umano ed economico. In tal senso, sarebbe utile anche una migliore sinergia con altre manifestazioni umbre di particolare prestigio (ad es. Umbra Jazz). L’emergenza COVID19 ha manifestato, anche in questo campo, l’assenza o l’insufficienza delle premesse di una politica condivisa”.
“Il sistema fiscale esce stravolto dalla crisi COVID-19. Se certamente non ha senso parlare di imposte a carico delle attività rimaste “ferme”, non ha senso neppure escludere dall’imposizione fiscale chi dall’emergenza ha potuto trarre significativi guadagni o non ha subito alcun danno o chi ha imponenti pendenza fiscali precedenti con l’Amministrazione. Nondimeno, occorre valorizzare tutte le opportunità commerciali ed immettere risorse economiche nel sistema anche con lo strumento fiscale e puntare a che, alla fine dell’anno, nessuno abbia perso il lavoro. Non è più il momento di studiare limiti, ma di ampliare l’orizzonte in tutta sicurezza. Il Comune deve coordinare lo sforzo e curare anche che siano immesse risorse a fondo perduto nel circuito economico cittadino”.
“Lo sport a Spoleto da una parte costituisce un’importante occasione per realizzare interventi che dotino la Città di attrezzature ulteriori ed adeguate in coordinamento con la Regione e le istituzioni deputate, dall’altro va sposato con l’idea stessa di Città parco e va, dunque, incanalato su tutte le iniziative che rispettino l’ambiente e consentano di godere l’aria e le caratteristiche stesse della Città / parco. Il collegamento di sport e salute, già oggetto di importanti iniziative, oggi può uscirne rafforzato e proporre un modello coerente con la salute psico-fisica”.
“Le considerazioni di cui sopra – conclude il sindaco di Spoleto – richiedono uno sforzo corale perché puntano al benessere di tutti. Nessuno si salva da solo e nessuno può tirarsi indietro; in questo frangente, nessuno ha più ragione di altri. Siamo nelle condizioni di chi, come Comunità in vecchie, enormi difficoltà note a tutti, ora può trovarsi nel momento giusto perché, col concorso di tutti, si creino nuove opportunità di vita per tutti. Elisabetta I d’Inghilterra diceva: “So di avere il corpo di una debole e fragile donna, ma ho il cuore e il fegato di un re, e per giunta di un re d’Inghilterra”. E noi, e voi più di me, abbiamo il fegato ed il cuore del Ducato di Spoleto”.