Per l'ospedale di Spoleto si è investito in un anno più che per quello di Foligno. È quanto ha spiegato, dati alla mano, il direttore generale dell'Asl 3 Gigliola Rosignoli durante l'incontro che si è tenuto stasera alla Palazzina Micheli. Promossa dal City Forum, la riunione ha visto la presenza di associazioni di categoria, associazioni di volontariato, politici e medici. Ben 13 milioni di euro, infatti, uno in più rispetto all'ospedale di Foligno, sono stati investiti per il San Matteo degli Infermi dall'attuale direzione dell'Asl 3. Principalmente per il restauro dei vari reparti, ormai quasi completato. Ma ci sono anche investimenti per quanto riguarda il personale, stabilizzato ed aumentato in alcune specialità mediche.
Nel corso dell'incontro, sollecitato dal City Forum, la dottoressa Rosignoli ha risposto ad alcuni quesiti e ai dubbi recentemente sollevati dal capogruppo Udc Pina Silvestri, smentendo gli allarmismi di questi ultimi tempi.
“Non mi sembra che allo stato attuale – ha spiegato il direttore generale – ci sia un piano sanitario regionale che rimetta in discussione non solo Spoleto, ma nemmeno tutti gli ospedali dell'emergenza urgenza. E se il piano sanitario regionale non tocca nulla, figuriamoci l'Asl. Siamo convinti che questi 450 posti letto che ci sono a Spoleto – ha detto poi – siano importanti non solo per questo territorio ma a livello regionale”.
La dottoressa Rosignoli, che al suo fianco aveva il direttore sanitario dell'Asl e il direttore del presidio ospedaliero spoletino Luca Sapori, ha illustrato tutti i vari interventi in atto e le delibere fatte finora per la riorganizzazione del nosocomio. Rianimazione, laboratorio analisi, cardiologia (con una nuova palestra per la rianimazione cardiovascolare del valore di 250mila euro), ostetricia e ginecologia, area medica: questi i reparti oggetto di interventi. La Rosignoli ha spiegato anche di come la medicina avrà 10 posti letto in più, per un totale di 16 posti in più tra medicina e chirurgia intensiva. Novità anche per il pronto soccorso, dove non è vero che non c'è più il primario, ma anzi la dottoressa Dominici è stata affiancata da un dirigente medico. “Vorremmo aumentare – ha spiegato la Rosignoli – i posti di osservazione breve, in modo che il pronto soccorso faccia da filtro al ricovero ospedaliero”.
Il direttore generale ha poi spiegato come tutto il personale non più presente per vari motivi è stato sostituito e come anzi medici e paramedici siano stati aumentati e stabilizzati, per evitare un depotenziamento futuro dell'ospedale.
“Da oggi abbiamo stretto un accordo – ha detto inoltre la dirigente Asl – per la chirurgia plastica, che comincerà a funzionare da marzo, e con un medico per la robotica. Abbiamo chiesto inoltre un altro anestesista”. Secondo la Rosignoli anche per quanto riguarda la farmacia c'è stato un equivoco. Se il magazzino per i farmaci sarà unico (probabilmente a Trevi), verrà incrementata la distribuzione diretta del farmaco, fino a metà pomeriggio tramite “armadi farmaceutici” in ogni reparto. Chiarimenti anche per la neurochirurgia: è stata cambiata infatti la consulenza e a Spoleto verrà il primario di neurochirurgia di Terni.
Infine alcuni chiarimenti sulle liste d'attesa. “Purtroppo non è così facile migliorare la situazione” ha sottolineato con molta schiettezza la Rosignoli. “A Spoleto principalmente è la radiologia ad avere problemi, ma stiamo cercando di risolvere attraverso delle richieste differenziate con i medici, prevedendo cioè urgenze differenziate. Qualche problema c'è anche per la mammografia, a causa delle modalità di immissione, visto che nella lista d'attesa ci sono anche i controlli. Le urgenze – ha tenuto a precisare il direttore generale – sono comunque garantite in tutti i presidi”.
La Rosignoli ha ricordato anche come l'integrazione tra presidi sanitari significhi anche la possibilità di svolgere alcuni esami a Norcia, a Foligno o a Spoleto per accelerare i tempi per tutti gli abitanti dell'area interessata. Non mancando di ricordare che le urgenze “vengono ingolfate anche perché il 70-80% delle richieste fatte dai medici sono inappropriate”. Poi l'invito all'unità: “ci sono anche persone che fanno la chemioterapia a Foligno e poi la radioterapia a Spoleto nello stesso giorno; cerchiamo di lavorare insieme – è stato l'appello della d.g. – perché in questo modo almeno manteniamo questi presidi. La nostra forza è rimanere uniti, fermo restando che le specificità rimangono dove sono”.
(sa.fra.)