La pandemia che colpisce duramente tutto il nostro territorio, sta allargandole diseguaglianze sociali e incentivando le difficoltà del nostro tessuto economico sociale. Segnali che erano precedenti al manifestarsi del Covid 19, con le sue conseguenze preoccupanti. Vediamoli in rapida successione nella nota riassuntiva inviata alla stampa da Angelo Scatena (responsabile di zona CGIL Spoleto) e Mario Bravi (segretario Provinciale SPI CGIL Perugia) .
Spoleto passa da 38354 abitanti del 2012 agli attuali 37389, con una perdita del 2,5%. Nello stesso periodo gli stranieri passano dai 3622del 2012 agli attuali 3864 con un aumento del 6,7%. Quindi possiamo dire che l’afflusso degli stranieri ha frenato la perdita. Inoltre c’è da sottolineare che siamo difronte ad un costante e progressivo invecchiamento della popolazione, con gli ultra 65enni che arrivano al 28,3%, tre punti in più della media regionale, e gli ultra 80enni arrivano al 9,7%, mentre l’indice di natalità nello stesso periodo crolla da 8,6 a 5,7.
a Spoleto corrisponde a 19528 euro su base annua, contro la media regionale che è di 29217 euro, mentre la media nazionale è di 21511 euro. Quindi abbiamo un reddito medio consistentemente più basso della media nazionale. La pensione di vecchiaia media, che corrisponde a 1120 euro lorde mensili, è invece leggermente più alta della media regionale, che è di 1031 euro mensili. Alto è il numero delle persone che percepiscono l’indennità di accompagnamento, che riguarda 2150 cittadini. Il deposito bancario medio corrisponde a 15611 euro, leggermente superiore alla media nazionale che è di 14771 euro. Quindi sul versante del reddito c’è una tenuta solo sulla parte più anziana della popolazione, mentre è consistente la differenza complessiva per il restante della popolazione.
Per quanto riguarda il sistema delle imprese, Spoleto da tempo vive una profonda crisi industriale, basta pensare alle vicende della IMS ex Pozzi, a quelle della Cementir e alle preoccupazioni della Novelli, in considerazione dell’imminente bando di vendita. Questa situazione si ripercuote sul fatto che, siamo di fronte ad un sistema imprenditoriale sempre più frantumato. Infatti il 56,4 %dei lavoratori dipendenti è occupato in micro imprese ( al di sotto dei 9addetti). Il 21,9% in piccole imprese, che vanno da 10 a 49 addetti, il18,8% in medie imprese, che vanno dai 50 ai 249 addetti e solo il 3 %lavora in grandi imprese, cioè quelle al di sopra dei 250 addetti.
A testimonianza della crisi industriale di Spoleto, basta citare il fatto che solo il 17,9% dei lavoratori, è impegnato nella manifattura, mentre la media regionale è del 25,6%. Un elemento di tenuta positiva, è rappresentato dalla presenza di grandi aziende olearie, che in questo ultimo periodo hanno consolidato anche un mercato di carattere internazionale.
rappresenta un segnale di ulteriore aggravamento, di una situazione già complessa e difficile, sul terreno economico e sociale. Nella nostra autonomia di organizzazione sindacale dei lavoratori e dei pensionati, non vogliamo assolutamente entrare nella diatriba politica e partitica, che sta ulteriormente avvelenando il clima della città dei “Due Mondi”.
Vogliamo comunque svolgere il nostro ruolo e ribadiamo l’esigenza di un confronto, anche con la Giunta comunale tutt’ora in carica. Infatti da tempo CGIL-CISL-UIL, hanno richiesto un confronto, anche in previsione della redazione del bilancio comunale, che comunque indipendentemente dalle diatribe dovrà essere redatto.
I dati che abbiamo prima elencato dimostrano che il confronto è più che mai necessario
Angelo Scatena (responsabile di zona CGIL Spoleto)
Mario Bravi (segretario Provinciale SPI CGIL Perugia)
(foto repertorio TO)