Come era nell’aria, il giudice per le indagini preliminari Valerio D’Andria ha prorogato di altri trenta giorni la misura degli arresti domiciliari nei confronti dell’ex segretario regionale del pd Gianpiero Bocci e degli ex manager dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Emilio Duca e Maurizio Valorosi, indagati nella Sanitopoli perugina. L’ex assessore Luca Barberini, per il quale la Procura aveva visto accolto il ritorno ai domiciliari, resta invece in libertà in attesa del giudizio sul ricorso in Cassazione.
I pm Abbritti e Formisano che indagano sugli appalti sospetti e sui concorsi che sarebbero stati pilotati, oltre che sulle soffiate ricevute dagli indagati, avevano argomentato la richiesta di proroga delle misure restrittive nei confronti degli indagati con la necessità di proseguire le indagini in corso, anche sui nuovi filoni, senza il rischio di nuovi tentativi di inquinamento delle prove. Evidenziata anche la scarsa collaborazione fornita dagli indagati nel corso degli interrogatori.
Gli stessi indagati eccellenti, insieme agli altri (nel registro degli indagati sono ormai finite una cinquantina di persone) saranno ancora sentiti a breve, a cominciare dall’ex direttore generale Emilio Duca, che mercoledì aveva risposto per tre ore alle domande dei magistrati, senza tuttavia fornire versioni convincenti sui fatti contestati.
Possono invece tornare al lavoro in ospedale, terminata la misura interdittiva nei loro confronti, Gabriella Carnio, Rosa Maria Franconi, Antonio Tomagnini e Maria Cristina Conte.