“Tour” dell’arcivescovo tra i monasteri di clausura del territorio diocesano.
Nel tempo pasquale l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo compie un “pellegrinaggio” alle comunità contemplative della Diocesi. Con loro celebra la Messa trasmessa alle 18.00 sulla pagina Facebook (SpoletoNorcia) e sul canale YouTube (Archidiocesi Spoleto Norcia) della Diocesi.
“Con questo piccolo gesto – afferma il Presule – intendo sottolineare la presenza significativa della vita contemplativa all’interno del tessuto ecclesiale. È giusto celebrare questa testimonianza di vita donata al servizio di Dio e della Chiesa e dire grazie alle monache per la preghiera di intercessione a favore della Diocesi in questo tempo di Coronavirus“.
La prima comunità visitata da mons. Boccardo è stata quella, martedì 14 aprile 2020, delle Clarisse di S. Martino in Trevi guidata da madre Milena Russo. E anche le claustrali stanno sperimentando un nuovo stile di vita causato dal Coronavirus. A tal proposito, infatti, suor Milena afferma: “Per noi la vita a causa delle restrizioni non è cambiata tanto perché viviamo in clausura. Però alcuni aspetti fondamentali della nostra comunità sono stati modificati. Ad esempio non abbiamo più la celebrazione quotidiana della Messa e non possiamo accostarci al sacramento della riconciliazione. E per noi tutto ciò è stranissimo. Le nostre giornate poi erano scandite anche da persone che bussavano alla nostra porta per domandare preghiere, per lasciare un’intenzione, per confidarsi, per chiedere aiuto, per sostare un paio di giorni in foresteria e riscoprire o approfondire la propria spiritualità. E invece, ma sottolineo giustamente, non si vede nessuno“.
“Ma non è venuta meno la preghiera” tiene a sottolineare madre Russo. “Anzi – dice – si è rafforzata per il bene della Chiesa e del mondo. Ma sentiamo la mancanza dei sacramenti e del contatto con le persone“.
Nella comunità delle Clarisse di Trevi sono presenti tre monache lombarde, una di Lodi e due della zona di Milano-Brianza. “Siamo sempre in contatto – afferma ancora la Badessa – con i loro parenti e amici che ci informano dell’andamento della situazione. All’inizio anche per noi la tentazione è stata quella di sapere tante più cose di quante ce ne fossero realmente da sapere. Poi abbiamo compreso che la cosa migliore è sostenere con la preghiera chi si trova nelle prima fila come i medici, gli infermieri, i malati e le loro famiglie. Conosciamo persone che sono state molto male ma ce l’hanno fatta. Non ultimo la mamma di una nostra sorella, suor Sara, che lavora presso una casa di risposo in Lombardia è a casa con i sintomi del virus, ma in buone condizioni. Infine – conclude – suor Milena – sappiamo di qualcun altro di nostra conoscenza che purtroppo non ce l’ha fatta“.
Questo il calendario del pellegrinaggio pasquale in tempo di Covid-19 che l’Arcivescovo compie nei monasteri di clausura.